Il terzo intervento del sabato mattina al Meeting dei Giovani arriva anch’esso via video, dato che l’ospite in programma non è riuscita a venire di persona a Leonessa. Ma Cecilia Dall’Oglio non ha voluto rinunciare a offrire il contributo a questa mattinata in cui si riflette sul peso che il denaro può avere sull’ambiente, lei che dal 2017 è responsabile dei programmi del Movimento cattolico mondiale per il clima, rete di oltre 400 organizzazioni e gruppi di tutto il mondo che si rifanno alla dottrina cristiana in tema ecologico.
Sorella di padre Paolo Dall’Oglio, il noto gesuita rapirto in Siria da ormai cinque anni, Cecilia vanta un lungo impegno nella Focsiv, la federazione delle ong cattoliche, concentrandosi in particolare sui temi riguardanti gli stili di vita sostenibili e le problematiche legate ai cambiamenti climatici.
L’esordio lo fa mostrando alla telecamera un vecchio opuscolo intitolato “Un quaderno per la libertà”, uno strumento realizzato con i suoi amici, ai tempi del liceo, per le campagne contro l’apartheid in Sudafrica: erano gli anni Ottanta, racconta, e ci si interrogava come studenti su che cosa si potesse fare contro questa perdurante vergogna. L’apartheid, spiega ai giovani radunati al palasport leonessano, «è iniziato a cadere con la grande mobilitazione per il disinvestimento di tutti i fondi bancari nei confronti di tutti i responsabili del razzismo sudafricano». Quel “no con i miei soldi” che è un messaggio ancora attuale, dice la Dall’Oglio parlando del Movimento cattolico mondiale per il clima, nato per mettere in collegamento i credenti in tutto il mondo sulla sensibilizzazione attorno alle intuizioni della Laudato si’.
Enciclica che «un po’ come il libretto d’istruzioni dell’Ikea: non ha senso tenerlo in libreria, va usato». E su come usare al meglio la Laudato si’ l’attivista intervenuta in video offre diverse considerazioni. Lei in particolare coordina il programma mondiale cattolico per il disinvestimento dalle risorse fossili: lo scopo in particolare è convincere tutti gli enti e realtà legati alla Chiesa «a mettere i soldi laddove sono anche i nostri valori» togliendo i fondi da tutti gli investimenti delle compagnie estrattive. Perché ci vuole coerenza, «e voi giovani giustamente chiedete coerenza alla Chiesa».
E ci sono tante campagne e attenzioni, rispetto a tante situazioni che al grande pubblico restano sconosciute: Cecilia riferisce esempi di alcune iniziative lanciate da Focsiv, Cei e realtà cattoliche varie per combattere forme di ingiustizia nello sfruttamento dei lavoratori, nel fermare forme di concorrenza sleale che frenano lo sviluppo dell’Africa e così via. Ma la campagna per il disinvestimento, spiega, è davvero uno dei più efficaci, «ha un grande successo, sta smuovendo davvero tantissimo».
Ed è poi tutto quello che papa Francesco raccomanda con forza nella Laudato si’: la conversione degli stili di vita, e insieme «alzare la voce in modo profetico, per accelerare i processi di cambiamento». Certo, questi gesti sono «un po’ Davide contro Golia, sono i cinque pani e i due pesci, e sarà il Signore che farà il miracolo della moltiplicazione», ma occorre iniziare.
«Quando si parla di conversione ecologica, non parliamo di raccolta differenziata. Vado in giro spesso a parlare di stili di vita sostenibili. Ma quella a cui ci chiama la Laudato si’ è molto più profonda: è davvero un cammino di libertà e di spoliazione. Magari nessuno di noi ha fondi da disinvestire, ma questo discorso di spoliazione è invece vicinissimo a voi: in ogni situazione ciascuno sarà chiamato a interrogarsi: la mia vita è un dono, un’offerta di me, o sto facendo qualcosa per averne un ritorno, se non di denaro di potere?».
L’ultimo pensiero lo fa mostrando un’icona ben nota come il Crocifisso di San Damiano e il riferimento alla vocazione di san Francesco a “riparare la casa”. «E papa Francesco ci invita a riparare la “casa comune”, questa casa ci richiama al concetto di fratellanza, di una famiglia mondiale, di sentirsi fratelli perché figli di una stessa madre che è la Terra, una madre che sta soffrendo molto: sicuramente ha la febbre, il riscaldamento globale è una realtà e i più poveri ne fanno le spese, ma questo è solo un sintomo: la vera malattia che ha la nostra Terra, come dice il Papa nella Laudato si’, è il paradigma tecnocratico, è il fatto che al centro dell’economia, della finanza, non c’è l’uomo, ma c’è il denaro. E allora l’industria continuerà a mandare i veleni sul territorio, continueremo a mettere plastica nei mari, a fare di tutto…».
Un invito finale ai giovani in ascolto: «stili di vita sostenibili, vivere in pienezza la vita con la spogliazione di Francesco, ma poi, concretamente, nelle vostre realtà locali unitevi a tutti i cristiani che dal primo settembre, giornata mondiale per il creato, al 4 ottobre, festa di san Francesco, si uniscono in preghiera per il creato. Guardare sul territorio, guardare qual è il grido dei poveri sulla vostra terra, e organizzare un evento che coinvolga tutti in questa attenzione». Perché è dal locale che si riparte, e nella Chiesa locale i giovani devono esserne i primi protagonisti.