Cattedrale, si torna a celebrare la messa nell’antico battistero di San Giovanni

Una Chiesa in uscita: la raccomandazione del vescovo Domenico, resa ancor più intensa nei suoi significati dall’emergenza del terremoto che si riverbera nella quotidianità intaccandone ogni certezza, si manifesta concretamente nel riassetto degli ambienti del complesso della Cattedrale, temporaneamente interdetta.

Durante il tempo forte dell’Avvento, sia pure in uno spazio circoscritto, l’antico battistero di San Giovanni in fonte è stato infatti riallestito per la liturgia e la prima messa è stata celebrata dal nuovo parroco, don Paolo Maria Blasetti, nella prima mattina del 5 dicembre.

Concepito come una cappella esterna alla cattedrale duecentesca, quando ancora il battesimo non era impartito soltanto ai neonati, ma anche ai catecumeni che da adulti si accostavano al sacramento, in età rinascimentale il battistero fu dotato del prezioso fonte in marmo di Carrara che reca scolpite le insegne del cardinale Angelo Capranica, vescovo di Rieti tra il 1450 e il 1464.

Allestito come chiesa a sé stante dopo il 1574, per volontà del Visitatore Apostolico Pietro Camaiani, in ossequio ai decreti del Concilio di Trento, negli anni ’30 dell’Ottocento il battistero fu privato della sua abside per consentire la costruzione dell’adiacente Palazzo dei Canonici perdendo man mano la sua funzione. Nel 1974, sotto l’episcopato di monsignor Dino Trabalzini, fu destinato ad ospitare il Museo del Tesoro del Duomo, allestito da Luisa Mortari, per essere incluso in anni recenti nel percorso espositivo del Museo dei Beni ecclesiastici della Diocesi.

Ora le preziose sculture che documentano l’originalità della tradizione plastica nell’Italia centroappenninica sono state messe in sicurezza negli ambienti del lapidarium e della sala delle oreficerie, adiacenti alla basilica inferiore, trovandovi una collocazione provvisoria, ma al tempo decorosa, tale da non vanificare l’intento di custodia e valorizzazione del patrimonio d’arte sacra in cui si riverbera la perizia e la devozione dei nostri antenati.