Brasile: Cauti (“Affari internazionali”), “Rio 2016 ultime mega Olimpiadi”

Al termine dei Giochi olimpici di Rio de Janeiro “la domanda che si pongono i brasiliani riguarda la futura destinazione delle infrastrutture create per l’occasione, soprattutto nel momento di grave crisi economica che il Brasile sta affrontando in questo periodo”. Carlo Cauti, giornalista italiano di base a São Paulo del Brasile, firma sulla rivista “Affari internazionali” (pubblicazione periodica on line dell’Istituto affari internazionali, Iai) l’articolo dal titolo “Rio 2016, le ultime mega Olimpiadi”. Nell’analisi che guarda oltre i Giochi, afferma: “Checché ne abbiano detto la stampa brasiliana e quella internazionale fino alla vigilia della cerimonia di apertura, se tutto andrà come previsto (e l’inaugurazione è stata propizia in questo senso) i Giochi saranno molto probabilmente ricordati un successo di pubblico e di critica, eguagliando il risultato positivo della Coppa del Mondo del 2014 (prestazioni calcistiche della squadra di casa a parte)”. Per quanto “possa essere confusa la gestione del villaggio olimpico, i benefici della manifestazione sportiva per la città sono ben visibili. L’evento aiuta l’economia locale e lascia un’eredità importante ai cariocas…”. Il problema, tuttavia, “rimane legato al post-Giochi, soprattutto per quanto riguarda la carenza di fondi e la scarsa capacità di gestione e manutenzione degli impianti sportivi costruiti per l’occasione”.
Inoltre, “secondo diversi specialisti, la costruzione di un villaggio olimpico ex novo è una strategia obsoleta. Probabilmente, Rio de Janeiro sarà l’ultima città in cui verrà realizzato un progetto di questo tipo: dalla prossima Olimpiade non si organizzeranno più Giochi in questo modo”. Cauti afferma che “a Tokyo, nel 2020, saranno utilizzati impianti già esistenti, solo ristrutturati per l’occasione, concentrando gli investimenti in opere infrastrutturali come metropolitane, o in miglioramenti urbani che rimarranno a disposizione dei cittadini dopo la manifestazione sportiva. E lo stesso dovrebbe avvenire anche per le città che ospiteranno i Giochi in futuro. Nessun altro costruirà nuovi parchi olimpici”.