Basta giocare a carte! Convertiamo i circoli sociali in laboratori

Perché non convertiamo i Circoli Sociali del Comune di Rieti in Laboratori dedicati all’insegnamento dei Mestieri dimenticati ai giovani disoccupati?

Eh sì, la domanda sorge spontanea, perché il momento storico lo richiede: disoccupazione giovanile elevata, inoccupati cronici, esodati, licenziati in cerca di un lavoro. Insomma, ne abbiamo per tutti i gusti.

Ma un’idea da dare al nostro Sindaco, grazie anche – riconosciamolo – alla giusta intuizione dell’ex Segretario CGIL Tonino Pietrantoni, noi l’abbiamo: convertiamo i circoli sociali del Comune di Rieti in laboratori dedicati all’insegnamento dei mestieri dimenticati.

Ma certo: in un’era post-industriale, quando ormai la “manovalanza” è stata ingaggiata altrove, l’unico strumento di difesa è di riappropriarci di un mestiere, di quelli che hanno caratterizzato nel bene il nostro artigianato.

Siamo sinceri tutti: mantenere Circoli Ricreativi solo per il gioco, il divertimento, il solo passatempo non aiuta nessuno. Quante volte abbiamo detto: «i giovani di oggi non hanno voglia di fare nulla»?

E certo: se i nostri nonni, o i nostri padri, o anche le nostre madri, o anche le nonne, si divertono a mescolare i mazzi di carte o a giocare al Bingo, o a comprare i gratta e vinci o giocare al lotto con i numeri sognati la notte precedente, come possiamo pensare di insegnare un mestiere ai nostri figli o ai nostri nipoti? Bella domanda vero!

Naturalmente ci vuole un minimo di coraggio. I Circoli Ricreativi sono da sempre appetitosi nuclei elettorali. Un interessante bacino di voti al quale può dare fastidio sentirsi e dire «da oggi dovete – oltre che giocare a Bestia o Burraco – dedicare almeno due ore al giorno all’insegnamento del vostro mestiere ai più giovani».

Facile immaginare la risposta, egoista, tempestiva e inappellabile: «aho, regazzì, io ho lavorato venticinque anni e un mense per andare in pensione e me la voglio godere giocando tutto il giorno».

Riuscirebbe la politica del “mettici del tuo”, magari con l’aiuto di qualche inedita larga intesa a destra, a convincere questi bravi nonni? E una mano si potrebbe chiedere pure a quello che è rimasto della Provincia.

Immaginiamo per un attimo quello che si potrebbe sostenere con la riqualificazione del nostro artigianato: diminuzione della disoccupazione giovanile; reinserimento di lavoratori licenziati; aumento del prodotto interno lordo dell’intero territorio cittadino; diminuzione di casi di dipendenza da alcol, droghe e gioco; aumento delle nuove piccole imprese; aumento degli occupati; aumento degli stage giovanili; riqualificazione del tessuto sociale locale; aumento del turismo dedicato all’Arte ed ai Mestieri…

Insomma un bel modo di mettere a frutto un sapere acquisito e ormai inutilizzato con un nuovo sviluppo. E non è escluso che dopo un po’ di brontolio anche i bravi pensionati possano trovarsi a loro agio nel fare qualcosa di utile, oltre naturalmente, a quello che fanno già.

E poi c’è crisi, signori. E allora poco gioco tanto lavoro. E adesso attendiamo la giusta risposta del nostro Sindaco.