Insegnare e trasmettere conoscenze e valori è una delle professioni che in molti reputano tra le più belle. L’entusiasmo e la passione stimolano e spingono i docenti a dare il meglio ai propri alunni, ma a volte è davvero faticoso e difficile andare avanti quando ci si trova dislocati su sei sedi, come il Liceo Statale “Elena Principessa di Napoli”, con quattro indirizzi liceali attivati al proprio interno, tra i quali il liceo musicale, uno dei più complessi e impegnativi per questioni organizzative, per la disponibilità di strutture e strumenti, in un Istituto che registra da anni un incremento di alunni. Neppure di fronte agli eventi sismici si è stati capaci di guardare al futuro, di progettare a lunga scadenza.
C’è un limite a tutto, ma sembra che questo limite lo vedano solo gli addetti ai lavori: occorre individuare, attribuire e rendere operativa nel più breve tempo possibile una sede succursale dove sia garantita la sicurezza di quasi novecento alunni, un’intera generazione, e tanti lavoratori, dove si possa svolgere quella che i docenti ancora riescono a compiere ma con grande sacrificio: la semplice e ordinaria attività scolastica.
Le Rsu dell’Istituto Magistrale hanno indetto per la mattina del 29 novembre un’assemblea sindacale, la seconda nell’arco di pochissime settimane, per porre sul tavolo, ancora una volta, la questione “sicurezza”. Tutti sono concordi nella ferma convinzione che non si può ulteriormente derogare dal prendere delle decisioni e compiere delle scelte credibili in merito alla protezione del bene più prezioso che ciascuno possiede: la vita. Basta, non si può trattare il personale della scuola e gli studenti come oggetti da posizionare una volta in un edificio, un’altra volta in un altro stabile, ottenendo risposte solo dopo tanto “chiasso”, tante richieste e manifestazioni, mentre certe domande dovrebbero essere anticipate dagli amministratori della cosa pubblica, piuttosto che continuamente e faticosamente poste.
Alunni, personale Ata e docenti non sono pezzi di una scacchiera, da muovere a proprio piacimento, sono persone, con dei diritti, non sono soprammobili da spostare quando c’è un po’ di polvere e poi rimettere al loro posto, perché la polvere tornerà. Occorrono scelte coraggiose, credibili, lungimiranti, in grado di far saltare le logiche fino ad ora utilizzate che non hanno portato a nulla se non complicare la problematica.
Questi i temi sul tavolo dell’assemblea sindacale, che certamente non possono essere ignorati da coloro che hanno il potere decidere sulle vite, le strutture e le progettualità del territorio.