Aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7

È stato inaugurato il 6 luglio con una bella festa il supermercato aperto 24 ore. L’iniziativa, che vede Rieti accodarsi agli usi delle grandi metropoli, è della sede Carrefour nel centro commerciale “Aliante” di Quattro Strade.

Il cambiamento d’orario del negozio era stato accompagnato da un primo spostamento in avanti delle lancette di chiusura serale: dalle 20.30 alle 22. Da adesso in poi, semplicemente, l’esercizio non chiuderà più.

La novità non stupisce più di tanto: dopo l’orario continuato e le serrande alzate anche in occasione delle feste più solenni, le aperture notturne erano rimaste come un ultimo, fragile, tabù. La cui caduta ha tutta l’aria di appartenere ad una sorta di destino, verso il quale neppure i sindacati sembrano aver avuto nulla da opporre.

Del resto la scelta si presenta anche un po’ come ricetta “anticrisi”: «È una grande scommessa su questa città, dove si pensa solo a chiudere e mai ad aprire, e sul tentativo di andare incontro a un futuro che da altre parti è già arrivato» si legge sulle colonne de «Il Messaggero».

Tutto regolare, insomma, l’iniziativa è perfettamente in linea con lo spirito dei tempi. Ma proprio per questo viene da chiedersi se non ci sia qualcosa di sbagliato nel tessuto ideologico della società in cui viviamo. È davvero opportuno e necessario che l’intera giornata sia disponibile al commercio?

Domande fuori luogo in una società che si direbbe fondare la possibilità di una vita decente, gratificante, dignitosa sulla capacità di spendere e comprare. «È l’economia, stupido!» risponderà pragmaticamente qualcuno: inutile opporsi ad una realtà di fatto, ad un qualcosa che fa parte dell’esperienza comune al di là di ogni ragionevole dubbio, sentimento, preferenza.

Una posizione – e questo è il guaio – neppure sfiorata dall’idea che la vita si possa organizzare secondo altre gerarchie, altri presupposti, altri valori. Ma che almeno potrebbe notare come ogni deregolamentazione cui abbiamo assistito, abbia solitamente reso i ricchi più ricchi e i poveri più poveri.

Ma forse non tutti i dati di fatto hanno lo stesso fascino…