Ancora terrorismo: la tosse cerebrale

I canonici fiumi d’inchiostro sono straripati. Le testate giornalistiche andate fuori di testa. Le rubriche (compresa questa) risuonano delle stesse parole. Da due settimane ormai l’argomento terrorismo rimane saldamente in prima posizione sui giornali. Ci sono volute le dimissioni del Presidente della Repubblica per distogliere lo sguardo!

Nessuno nega l’importanza dell’evento, meno che mai della marcia di solidarietà che ne è seguita. Cinque milioni di cittadini che si mobilitano e decine di leader mondiali simbolicamente riuniti intorno al Capo dello Stato francese, non si vedono tutti i giorni. L’aggettivo “storico” è stato senz’altro usato a proposito.

Eppure c’è come un’atmosfera di già visto e di vecchio nel racconto mediatico. Soprattutto in tv sembra che i programmi rispondano ormai con meccanismi collaudati a questo tipo di eventi. Più che di risposta si potrebbe parlare di reazione. Di un fisiologico colpo di tosse cerebrale. Sempre gli stessi argomenti e le stesse analisi. Cambiano i nomi: da Bush a Obama, dall’Iraq alla Siria. Ma i ragionamenti si sono fossilizzati. Anche i riferimenti culturali sono fermi da un bel pezzo.

Sembra di trovarsi di fronte alla “solita Storia”: l’intramontabile duello tra fazioni che non si stancano e non si stanca neanche il pubblico, sempre più attento e impaurito. Per quanto ci riguarda raramente trattiamo lo stesso argomento due volte consecutive. Stavolta ci è parso inevitabile. Ripetersi per dire che sarebbe meglio smettere di ripetersi.