Anche a Rieti i sindacati uniti contro la manovra del Governo

La pioggia scrosciante non ha intimorito sindacati, lavoratori e pensionati che si sono ritrovati in piazza per lo sciopero contro la manovra del Governo. Preoccupati per le conseguenze che la manovra economica avrà su lavoratori dipendenti e pensionati e sulle prospettive di sviluppo del Paese, Cgil, Cisl e Uil avevano anche chiesto un incontro al Governo Monti, l’11 dicembre, per affrontare i problemi derivati dalla manovra e soprattutto per chiedere i necessari cambiamenti. Ma l’accordo non si è trovato e così l’Italia della protesta è scesa in piazza il giorno successivo. Nonostante la pioggia.

La protesta, in città ed in provincia di Rieti, porta il nome dei tanti disoccupati, inoccupati, lavoratori in cassa integrazione usciti traumaticamente dal mondo del lavoro. Una protesta contro scelte che avranno, come dicono Cgil, Cisl e Uil, «ripercussioni inimmaginabili, sul tessuto produttivo locale, nei settori dell’industria, del commercio e dell’artigianato. Pur nella consapevolezza del momento che il nostro Paese sta vivendo – dicono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Tonino Pietrantoni, Bruno Pescetelli e Alberto Paolucci il Governo deve riaprire la trattativa con il sindacato sulla manovra. Se qualcuno, nel Governo e nelle Istituzioni, pensa che il sociale sia stato messo fuori uso, si sbaglia di grosso. La politica ha abdicato al suo ruolo ma non il sindacato».

La richiesta è quella di un patto sociale che contenga misure più eque che permettano al Paese di uscire dalla crisi. La preoccupazione dei sindacati locali è il «dolorosissimo prezzo che pagherà l’economica reatina, già fortemente penalizzata da politiche locali e regionali inconsistenti».

Ancora una volta, spiegano le forze sindacali, a pagare saranno i lavoratori in un momento di già grave crisi economica che vede molti lavoratori reatini in cassa integrazione.

Accanto a Cgil, Cisl e Uil anche la Confsal che, oltre allo sciopero di tre ore del 12 dicembre, ha proclamato anche quello per l’intera giornata del 19 riguardante il pubblico impiego.

Anche la Confsal contesta «alcuni contenuti della manovra finanziaria che penalizzano, come sempre, lavoratori e pensionati, senza affrontare la riforma previdenziale».

Dito puntano anche sull’iniquità della manovra, definita poco incisiva per ciò che riguarda la lotta all’evasione fiscale e al lavoro sommerso e inidonea a sostenere adeguatamente l’occupazione, con particolare riferimento a giovani e donne.

Dello stesso parere anche l’UGL che, per voce del segretario Marco Palmerini sottolinea le «ripercussioni che la manovra finanziaria produrrà sulle fasce deboli. E’ cambiata l’orchestra ma la musica non è cambiata e anche questa volta a pagare oltre venti anni di politiche economiche scellerate, saranno lavoratori e cittadini delle fasce deboli della società».