Amoris Laetitia. Card. Ouellet: “Documento pieno di controversie che però saranno fruttuose”

Il prefetto della Congregazione dei Vescovi interviene a Toronto al convegno annuale dei Cavalieri di Colombo ed elogia l’esempio di carità offerto da papa Francesco verso l’umanità ferita

La Amoris Laetitia è effettivamente un documento non privo di “controversie”, che però potranno stimolare un dibattito assai “fruttuoso”. Lo ha affermato il prefetto della Congregazione dei Vescovi, cardinale Marc Ouellet, intervenendo due giorni fa a Toronto, al convegno annuale dei Cavalieri di Colombo.

Le controversie sull’ultima esortazione apostolica di papa Francesco, ha puntualizzato il porporato canadese, sono “comprensibili”, tuttavia la sua valutazione della Amoris Laetitia è decisamente positiva: si tratta, ha commentato Ouellet, di “un documento che è utile leggere e rileggere, con calma, capitolo per capitolo, in particolare il meraviglioso Capitolo 4, sull’amore”.

Anche il contestato e dibattuto Capitolo 8, secondo il prefetto della Congregazione dei Vescovi, si presta ad un “discernimento attento ed aperto da parte di sacerdoti e vescovi nei confronti di persone che necessitano di carità e misericordia”.

Ouellet, che proprio a ridosso dell’ultimo Sinodo sulla famiglia (ottobre 2015) ha ripubblicato Mistero e sacramento dell’amore. Teologia del matrimonio e della famiglia per la nuova evangelizzazione (Cantagalli), suo saggio del 2007, in linea con il pensiero del Pontefice e della maggior parte dei padri sinodali sulla famiglia, ha ribadito che la Amoris Laetitia non propone alcun cambiamento dottrinale, bensì “un nuovo approccio pastorale: più paziente e rispettoso, più incline al dialogo e alla misericordia”.

Il capodicastero si è detto fiducioso in un “processo di discernimento” in grado di “portare frutti per tutte le famiglie cristiane”.

L’approccio che papa Francesco ha avuto nei confronti delle famiglie ferite, ha osservato il cardinale, è il medesimo che egli stesso mostra nei confronti di tutti gli emarginati e dei peccatori. “Il Santo Padre – ha detto Oullet – è consapevole delle nostre ferite, errori e peccati” e si avvicina ai più sofferenti, ad esempio ai “carcerati”, non “guardandoli dall’alto in basso” o “esigendo rispetto” ma “chiedendo il perdono”.

Se da un lato, la vita di preghiera “lo avvicina allo Spirito Santo”, Francesco è anche “imprevedibile”, proprio “come lo Spirito Santo”, ha aggiunto il porporato.

Ai Cavalieri di Colombo, il cardinale Ouellet ha chiesto di mantenere un approccio al dialogo che sia sempre “delicato, rispettoso, consapevole dei nostri errori” e di proseguire sempre le loro opere di carità sociale.

“Questo aspetto della carità è sottolineato dagli Apostoli” ed anche dal Santo Padre, il quale “ci mostra che la carità va al di là dell’essere per le persone. Dobbiamo essere anche con le persone, è qualcosa che ci trasformerà”, ha quindi concluso il capodicastero.

(dal Luca Marcolivio di “Zenit”)