L’Associazione “Laga Insieme Onlus” ha organizzato un evento domenica 8 luglio alle ore 17.30 ad Amatrice, presso l’Area Food. Si tratta di un incontro rivolto a tutti, quale occasione di dialogo e riflessione sulle difficoltà del vivere nel post terremoto, a quasi due anni ormai dall’inizio della tragedia la notte del 24 agosto 2016.
L’evento fa riferimento al terremoto, ma non vuole essere un momento rievocativo della tragedia, al contrario, sarà un invito alla speranza, ed uno stimolo ad una riflessione comunitaria sul vivere con pienezza malgrado le difficoltà e sventure della vita.
«Tutto è nato dalla richiesta di Claudio Leonetti, giovane di Amatrice che ha perso sotto le macerie padre, madre, sorella e ragazza, il quale ci ha chiesto – racconta il Presidente di Laga Insieme il prof. Armando Nanni – di aiutarlo a fare una presentazione del suo libro “Tutto il bello che c’è”, con prefazione di Dacia Maraini».
«Dopo aver letto il libro, che esprime una sconvolgente maturità dell’autore, che ha solo 23 anni, frutto di una esperienza personale nel campo della “filosofia esistenziale”, ho pensato – continua il Presidente di Laga Insieme – che una storia così forte dovesse essere un argomento di confronto per tutti. Parlandone poi con Stefania Ciriello, ex medico di Amatrice, che ha lasciato un figlio sotto le macerie, abbiamo convenuto che anche la loro esperienza familiare poteva rappresentare un’importante testimonianza. Nella scelta delle altre due ospiti, la mamma napoletana, vittima della scellerataggine camorristica, e la giornalista siriana con il suo reportage dalla guerra, abbiamo trovato, oltre che coerenza nel coraggio ed impegno nel sociale, con le due precedenti, anche l’importanza di vedere oltre e lontano» .
«In tutto questo tempo dopo il 24 agosto, tantissimo è stato fatto per alleviare le sofferenze materiali delle comunità: importanti donazioni hanno restituito scuole e ristoranti, progetti di solidarietà hanno seguito giovani ed anziani, la lenta e farraginosa macchina istituzionale ha comunque realizzato le dovute casette; ma non altrettanto si può dire della “coesione sociale” , la quale, adesso più di prima non può che scaturire da dialogo, apertura, responsabilità civile ed impegno comunitario. La strada della ricostruzione che sarà lunga e faticosa non potrà prescindere da coscienze “aperte e responsabili”, che predispongono a personalità realizzate e resilienti. Con queste due considerazioni, severe ma necessarie, alle quali mi auguro l’evento possa portare un po’ di luce – conclude il Presidente Nanni – aprirò i lavori nella speranza di contribuire a riaccendere i riflettori su alcune tra le situazioni più critiche e tristi del nostro presente».