Alla Olivetti: intellettuali e poeti in fabbrica

Dagli anni ’40 fino agli anni ’80 poeti, letterati e scrittori di rilievo della letteratura contemporanea lavorano alla Olivetti ricoprendo ruoli diversi, anche di grande responsabilità. Tra gli altri Giudici, Volponi, Sinisgalli, Pampaloni e Fortini.

Franco Fortini (1917-1995), nel 1947 entra in Olivetti, dove opera fino al 1960. Si occupa delle pubblicazioni aziendali, delle campagne pubblicitarie e dei nomi dei prodotti (tra questi, si ricordano “Lexikon”, “Tetractys” e “Lettera 22”)

Nell’idea di Adriano Olivetti la formazione tecnico-scientifica e quella umanistica si integrano e quindi devono coesistere e cooperare in ogni ambiente. Dagli anni ’50 per tenere fede a questa visione l’imprenditore introduce nella selezione del personale dei livelli più alti il “principio delle terne”: in sostanza per ogni nuovo tecnico o ingegnere che entra in azienda si assume anche una persona di formazione economico-legale e una di formazione umanistica. Secondo Olivetti, intellettuali e letterati sono necessari dovunque,compresa l’industria di elevato contenuto tecnologico: il loro contributo favorisce un progresso equilibrato ed evita gli eccessi del tecnicismo. Gli scrittori che operarono in Olivetti non furono un lusso o un “ornamento” dell’alta direzione, ma fattori organici dello sviluppo aziendale, in particolare in settori critici come la pubblicità e comunicazione, le relazioni con il personale, i servizi sociali.