Alberghiero, Cascioli: davvero non c’era alternativa?

“Non siamo in America. In Italia siamo a corto di spazi”. Questa, secondo un illustre rappresentante di quella maggioranza che oggi sgoverna Rieti, è la ineludibile motivazione alla base della scelta di ubicare un edificio scolastico da adibire ad alberghiero in un’area a rischio esondazione e vincolata dalla presenza di un’attività industriale ad alto rischio per l’incolumità pubblica.

Se questo può sembrare incredibile, ritengo allora necessario ricordare altre espressioni di una politica che, sebbene non colpita da un fulmine attesa l’alta improbabilità che ciò avvenga durante una giornata di pioggia, evidentemente ha bruciato la ragionevolezza e irresponsabilmente tenta di giustificare l’ingiustificabile: “non possiamo andare alla ricerca dell’erba voglio”, ed ancora “questa è la scelta/soluzione meno peggio” ed in un crescendo di scellerate ovvietà “l’ottimo è nemico del buono”.

Chissà se questa degenerazione del pensiero politico derivi dal tanto decantato modello Renzi, che anche a livello locale trova sostenitori della cosiddetta “politica veloce”. Potrebbe passare quasi tutto sotto silenzio se non fosse che questa collezione di perle di saggezza sia stata spesa a discapito di un principio che dovrebbe essere ispiratore, oltre che minimo comun denominatore, di una buona politica: la declinazione sempre e comunque della tutela dell’interesse pubblico.

Parlando della recente decisione del Consiglio comunale, grazie alla quale sarà possibile avviare le procedure per costruire una struttura scolastica idonea a soddisfare solo parzialmente le esigenze del prestigioso Istituto Alberghiero reatino presso il polo di Fonte Cottorella, sarebbe dovuto bastare l’intervento dell’Assessore Cecilia ad indirizzare l’assise verso l’unica decisione possibile allorquando in apertura di Consiglio, con un filo di voce ed evidentemente con forte imbarazzo, non ha potuto fare a meno di sottolineare come “approvare questa variante significa farsi carico di un onere notevole”, evidenziando come l’area in argomento è carente dei servizi necessari e di quelle opere infrastrutturali grazie alle quali si potrebbe parlare di un complesso inserito nel tessuto sociale della città.

La domanda formulata dal tecnico prestato alla politica, purtroppo, non ha trovato risposta: “È questo l’obiettivo che questa amministrazione e questa maggioranza si vuole dare?”. Qualche commentatore, evidentemente troppo infatuato per essere obiettivo, ha raccontato di un PD finalmente compatto: se due consiglieri assenti ed un voto di astensione motivato dalla incapacità della futura struttura di risolvere il problema del polo alberghiero e dalla necessità di preservare il valore della dignità e dell’onestà intellettuale, rappresenta la coesione del gruppo, allora la visione è certamente corretta!

Sottoscrivo l’annotazione del consigliere Gerbino che ha ricordato che nella tanto decantata città dei bambini bisognerebbe pensare a scuole sicure. Ma allora caro Sindaco, costretto a richiamare più volte all’ordine una maggioranza evidentemente traballante, e cari 16 consiglieri che avete dato il via a questa realizzazione, quale è il vero motivo che supporta tanta veemenza nel sostenere il voto favorevole alla delibera di variante al Piano Regolatore Generale?

È forse l’acquisto fatto dalla Provincia di un edificio esistente nella stessa area e sul quale oggi sta indagando la Procura? O è forse l’impegno già preso con un affidamento dei lavori effettuato prima ancora che ci fosse la disponibilità dell’area e la predisposizione di tutti i provvedimenti autorizzatori conseguenti ad aver condizionato i lavori consiliari? Sono certa che di questa brutta pagina della politica locale torneremo a parlare. Nel frattempo chiederò formalmente alle Autorità competenti di verificare quanto denunciato pubblicamente dal Sindaco riguardo alla inadeguatezza strutturale, e quindi alla insicurezza dei locali che oggi ospitano gli studenti dell’alberghiero in via Moisè di Gaio.