Scuola

Al via “Il mio tempo per te”, progetto voluto da “Colora l’arcobaleno” e Istituto Elena Principessa di Napoli

È partito lunedi scorso, dopo alcuni mesi di intensa e capillare preparazione, il progetto "Il mio tempo per te", voluto ed organizzato dall’associazione “Colora l’arcobaleno” in convenzione con l’Istituto “Elena Principessa di Napoli”, che lo ha inserito fra i propri “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”

È partito lunedi scorso, dopo alcuni mesi di intensa e capillare preparazione, il progetto “Il mio tempo per te”, voluto ed organizzato dall’associazione “Colora l’arcobaleno” in convenzione con l’Istituto “Elena Principessa di Napoli”, che lo ha inserito fra i propri “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (ovvero l’ex alternanza – scuola lavoro).

Tanti gli alunni, circa 45, della scuola reatina – coordinati dal dirigente scolastico Volpe e dall’insegnante referente Valentini – che hanno aderito a questa splendida iniziativa, mettendo a disposizione il proprio tempo (una sorta di “banca delle ore”) da condividere con alcuni ragazzi e ragazze “speciali”.

«La diversità e la neurodiversità possono convivere con la neurotipicità – sostiene Silvia Vari, presidente della onlus – e proprio per questo l’obiettivo non è quello creare dei “contenitori” per ragazzi diversi, spazi chiusi che di per sè rimandano ad un confine, come fosse un “luogo” che ha il sapore dell’emarginazione».

Un progetto oltre il volontariato, dunque, che ha la chiara intenzione di non fare del buonismo e dell’assistenzialismo tout court la sua mission: «Vogliamo  favorire – prosegue la Vari – la nascita  di luoghi di incontro tra persone,  luoghi di relazioni vere,  umane, di conoscenza profonda, dove ognuno possa arricchirsi “con” l’altro e “dell”’altro».

Obiettivo ambizioso ed “alto”, quello studiato in sinergia fra “Colora l’arcobaleno” ed Istituto scolastico: «Le ore “spese” dagli studenti sono volte a realizzare un “luogo d’incontro” che non sia solo fisico e, dunque, limitato, ma interiore, dove l’altro  diventa veramente  prossimo e non qualcuno da comprendere, compatire, capire. L’altro – con tutto il suo essere, il suo vissuto – è una risorsa per chiunque, neurotipico o neurodiverso».

Tra gli obiettivi, importante quello di scardinare lo stigma sociale che caratterizza l’approccio con persone “neurodiverse”. «Vogliamo favorire  – ribadisce la presidente della onlus – lo sviluppo di un approccio diverso a talune problematiche, come, in questo caso, proprio la neurodiversità. Una prospettiva nuova che sia intrisa di curiosità, allegria e conoscenza. Abbiamo sognato una strada come luogo di incontro, di relazione, di scoperta dell’altro: il sogno si è realizzato! Qui a Rieti».

Quale l’ingrediente fondamentale per raggiungere questo risultato? «Ci vuole il cuore – conclude Silvia Vari – noi partiamo dai giovani, che di cuore ne hanno in abbondanza. Con la speranza di arrivare, prima o poi, ai vertici della nostra società». Proprio venerdì, infine, l’associazione ha tenuto alle “Tre porte” di via della Verdura un “apericena” di beneficenza. Insieme alla presidente, anche la vice Alessandra Chiarinelli, che ha anche lei preso la parola per dare la propria esperienza e sollecitare l’appoggio all’associazione, e l’assessore ai servizi sociali del Comune di Rieti Giovanna Palomba.

idea che ha riscosso un discreto successo, con oltre 60 persone presenti.

Tra loro anche l’ex D.G. ASL Rieti, Laura Figorilli, lo psichiatra Sergio Scafati e l’oculista Enzo Ferella, insieme a famiglie e tante persone che hanno voluto sostenere “Colora l’arcobaleno”. I fondi raccolti andranno a sostenere un progetto gratuito di un ciclo di pattinaggio con ASD Pattinaggio di Rieti.