Sabato 22 e domenica 23 giugno, alle ore 21.00 il teatro Potlach porterà in scena “Città Invisibili” lo spettacolo-evento nel borgo di Fara Sabina attraverso un progetto artistico interdisciplinare e multimediale che trasformerà il paese in uno spazio teatrale con proiezioni, luci, musica, teatro, danza, scultura, pittura come già avvenuto negli anni, in più di sessanta città di tutto il mondo.
Ed ogni volta è un nuovo “viaggio” con la messa in scena completamente nuova, poiché ci si avvale degli artisti e delle associazioni culturali, artistiche, sportive, artigianali, sociali del luogo che affiancando attori, ricercatori, architetti, scenografi, archeologi, antropologi danno vita ad un’opera magica ed unica che raccoglie la memoria e le usanze del luogo. Quest’edizione vedrà la presenza di tutti i partecipanti, artisti, attori, performer da oltre 16 nazioni del mondo tra cui India, Iran, Cina, Ucraina, Polonia, Serbia, Brasile, per un totale di oltre 150 partecipanti, arrivati a Fara Sabina per il XIX Festival Laboratorio Interculturale di Pratiche Teatrali.
Lo spettacolo, diretto da Pino Di Buduo – direttore artistico e fondatore del Teatro Potlach – è ispirato all’omonimo romanzo di Italo Calvino e si snoderà su un percorso lungo 600 metri, tra spazi interni ed esterni seguendo un’analisi antropologica basata su una ricerca storica e culturale, con l’intento di far riemergere e restituire a chi guarda, una città mai vista prima, ma presente nei ricordi dei suoi abitanti e in grado di risvegliare in loro un senso di appartenenza. In una notte magica musica, teatro, danza, videoarte, performance ed istallazioni daranno vita ad una contaminazione simultanea di generi artistici.
Tema conduttore di questa edizione l’acqua, in onore della Riserva del Tevere-Farfa il cui territorio è stato recentemente ampliato, includendo anche il borgo di Fara Sabina.Verrà ridisegnato lo spazio urbano facendo scorrere un fiume di bellezza e poesia per i vicoli e le antiche pietre e per due sere Fara Sabina si trasformerà in quella città ideale di cui Marco Polo racconta a Kubali Khan, una città che si ritrova nella descrizione di tutti i luoghi che l’esploratore ha visitato: la sua amata Venezia. Gli artisti provenienti da ogni parte del mondo, insieme ai cittadini, diventeranno testimoni di questa visione, ognuno portando la sua personale narrazione all’interno dello spettacolo.