«Mentre in un territorio devastato dalla disoccupazione, che sta diventando un flagello per le famiglie e che sta portando alla soglia della povertà intere fasce della popolazione reatina, una campagna dell’Associazione nazionale genitori Age a favore degli operatori sociali licenziati dal Comune di Rieti, che non possono pagare il mutuo dal mese di gennaio perché senza liquidazione, si registra una totale mancanza di sensibilità da parte dell’azienda privata di servizi sociali che opera per il Comune di Rieti e che dovrebbe avere, per prima cosa, una forte capacità etica e di coscienza sociale per il tipo di lavoro che svolge ma che, invece di accogliere benevolmente la pressione dell’Age sul Comune perché si voglia riparare ad un torto odioso nei confronti degli operatori dell’handicap, questa struttura commerciale si scaglia contro l’Age, una delle associazioni di utenti più prestigiose a livello nazionale, che Rieti si pregia di avere tra le proprie strutture di rappresentanza».
Lo si legge in un comunicato dell’Associazione Italiana Genitori che spiega: «In questi giorni tale azienda commerciale di servizi di riabilitazione che lavora per il Comune di Rieti e per le ASL si è permessa di fare stampare su vari giornali on-line e su carta un lungo sproloquio pubblicitario condito di falsità e minacce “… lanciare ombre su una società […] è grave ed irresponsabile e potrebbe indurre ad azioni di autotutela ivi incluse quelle legali…” indirizzato all’AGE, Associazione Italiana Genitori ed alla sua presidente dr.ssa Saccone, un’associazione che da 44 anni rappresenta su tutto il territorio italiano ed a livello ministeriale e regionale i diritti dei genitori e delle famiglie, quindi una strutturare di politica sindacale delle famiglie, che quindi conosce perfettamente tutta la situazione della domanda, delle emergenze e dei servizi dell’intero territorio Reatino, RIA-H incluso».
«Il tutto è avvenuto – secondo l’associazione – senza essere tale azienda mai stata nominata né in alcun modo toccata dai benché minimi addebiti, inserendosi invece con tali articoli come terzo in un dibattito che evidentemente vuole trasformare in rissa, dibattito a cui tale struttura privata di servizi alle famiglie non avrebbe potuto in nessun modo accedere, perché trattatasi di addebiti fatti da Age al Comune, quindi di natura squisitamente politica, circa il licenziamento di alcuni lavoratori che sono avvenuti in maniera molto discutibile, di riassunzioni avvenute in campagna elettorale, di gare fatte in tre giorni sotto le feste di Natale, di gare a cui ha partecipato una sola azienda tutti fatti che molto naturalmente sollevano interrogativi e perplessità; addebiti politici all’Amministrazione Comunale che nulla hanno a che vedere con l’onorabilità dei privati coinvolti, a meno che qualcuno non dimostri il contrario».
«L’esagerata reazione del RIAH – prosegue l’Age – si è sbilanciata addirittura ad affermare l’ assoluta chiusura nei confronti dei lavoratori ingiustamente licenziati “l’azienda […] non poteva e non può riassumere il personale” portandosi, come detto sopra, oltre il limite massimo del proprio ruolo smentendo l’Assessore Comunale, che invece si era impegnata alla riassunzione nei termini di un paio di mesi, perché in attesa di fondi dalla Regione. Quindi, rimane in piedi ancor più fermo l’addebito di Age al Comune, che riguarda esclusivamente i posti di lavoro che sono stati ‘annullati’ a Greccio, di un’altra cooperativa, senza alcun avviso ai lavoratori (e loro famiglie, perché per noi esistono anche le famiglie dei lavoratori, ovviamente!), lavoratori dismessi senza alcun motivo disciplinare, professionale, economico, o altro, e senza alcun avviso, pur essendo personale che da oltre dieci anni serviva le competenze del Comune in campo assistenziale, con la scusa che si cambiava il ‘contenitore’ degli operatori, un fatto che quindi risulta politicamente aberrante, per una Amministrazione di Sinistra che vuole così nascondere la propria responsabilità nel non voler concepire che il reale rapporto di dipendenza era con il Comune di Greccio (e quindi Rieti per la manleva che ha operato come capo distretto), e che il Comune di Rieti si sia ‘dimenticato’ di inserire la clausola di ‘garanzia’ dei posti di lavoro, peraltro di 3 posti(!), non certo una cosa difficile».
L’Age continuerà quindi «a seguire con grande attenzione questo problema della riassunzione del personale ingiustamente licenziato, quale che sia l’opinione padronale dell’azienda Ria-h, struttura mai citata e opinione che Age non ha mai richiesto. Dispiace tuttavia constatare il totale degrado del clima politico ed amministrativo, se può succedere che il Comune faccia rispondere alla ditta appaltatrice per responsabilità di esclusiva competenza del Comune stesso e del suo Assessorato».