«Lo scorso 20 luglio la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’articolo 4 della “manovra di ferragosto” con la quale, a soli due mesi dai referendum di giugno 2011, il Governo Berlusconi calpestava la volontà popolare reintroducendo la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo Monti che andavano nella stessa direzione privatizzatrice».
È quanto rileva il Comitato promotore per il sì al referendum propositivo acqua Lazio.
«Il 24 luglio il Consiglio – rileva il Comitato – di Stato ha accolto il ricorso sulle forzature procedurali, effettuate nell’assemblea capitolina dalla maggioranza di Alemanno. Di fatto, viene bloccata la vendita del 21% delle quote di Acea. Sono vittorie importanti per la democrazia di questo Paese, e un prezioso contributo per tutti i territori impegnati nella ripubblicizzazione del servizio idrico».
Nella Regione Lazio è in corso una raccolta firme per presentare in Regione una proposta di legge per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico, nel pieno rispetto degli esiti referendari. E’ un nuovo impegno assunto da cittadini e associazioni per contrastare i disegni di legge finora circolati in Regione, che mirano invece a definire il servizio idrico come “servizio di rilevanza economica”.
Secondo chi ha a cuore la natura di bene comune dell’acqua, quindi «è necessario un nuovo impegno da parte di tutti e tutte, affinché la straordinaria vittoria di giugno scorso trovi la sua giusta e piena attuazione».
È possibile firmare per ottenere una legge per la gestione pubblica e partecipata dell’acqua nel Lazio. Sul sito www.referendumacqualazio.it è possibile trovare in cui poter firmare, altre a tutti i materiali per fare diffusione e le informazioni per raccogliere le firme. Almeno 50.000 firme dovranno essere consegnate entro il 15 settembre.