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Abiti per integrare: un laboratorio di sartoria del riciclo come luogo di scambio e confronto

Presentato nella mattinata di sabato 13 aprile il "Laboratorio di sartoria del riciclo", progetto realizzato da Arci comitato territoriale di Rieti e Caritas Diocesana Gruppo di Volontariato “Il samaritano” nell’ambito del sistema di accoglienza diffusa dello Sprar

Presentato nella mattinata di sabato 13 aprile il “Laboratorio di sartoria del riciclo”, progetto realizzato da Arci comitato territoriale di Rieti e Caritas Diocesana Gruppo di Volontariato “Il samaritano” nell’ambito del sistema di accoglienza diffusa dello Sprar, in collaborazione con il Comune di Rieti e la V Comunità Montana Montepiano Reatino.

Il progetto vuole rappresentare un’occasione concreta di integrazione lavorativa, creare un luogo di incontro dove realizzare un’occasione di scambio e di confronto tra lingue e culture differenti attraverso un’azione concreta per la valorizzazione della cultura del riciclo e nello specifico di abiti e tessuti che sarebbero destinati alla discarica, e finanziato con i contributi del fondo regionale e del sistema Sprar.

L’evento ha preso inizio alle ore 10:00, all’interno del complesso Mako di via Micioccoli, dove è stato allestito il red carpet come in ogni sfilata che si rispetti. Intervenuti all’iniziativa i il presidente della V Comunità Montana del Montepiano Reatino Gastone Curini e Marco Deriu, responsabile del progetto Sprar minori di Rieti che ha presentato gli ideatori del fantasioso progetto, Alessandra Foschini Presidente di Arci Comitato Territoriale di Rieti, Valeria Valeri responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Rieti e don Fabrizio Borrello responsabile della Caritas Diocesana.

Un piccolo ma concreto esempio di sinergia, collaborazione e alleanza, un progetto che ha creato unione in nome della moda ma soprattutto delle buone pratiche di riciclo e riuso. E, cosa non da poco, un evento gioioso che aiuti a guardare oltre i pregiudizi e le discriminazioni.

Le operatrici Arci si sono divertite mettendosi in gioco anche come modelle occasionali, indossando abiti freschi e leggeri, con foggia giovanile e gusto vivace, ispirati dalle atmosfere dell’Africa tribale e di quella più tradizionale.

Una sfilata caratterizzata dalla spontaneità e dai sorrisi spontaneti delle ragazze accolte dallo Sprar, donne con storie pesanti alle spalle che hanno saputo guardare avanti, divertire e divertirsi assiema alle operatrici che si sono perfettamente calate in una cultura motlo diversa dalla loro, trasmettendo gioia e spensieratezza: tratti caratteristici della persona che ha creato la collezione da sogno.

Lui si chiama Kebba Ceesay e il suo talento è stato il protagonista assoluto della mattinata. Il laboratorio aprirà tutti i giorni e Kebba sarà li pronto a vendere i suoi modelli sartoriali e per chi volesse imparare il mestiere, pronto ad insegnarlo. Kebba, sorridente e gentile, emozionatissimo ha ringraziato tutti coloro che stanno collaborando perchè il suo sogno prenda forma.

Originario del Gambia, Kebba ha imparato lì a disegnare modelli, cucire e mettere in pratica il suo talento: un talento partito per l’Italia con una valigia di sogni, e una macchina da cucire sotto il braccio. I suoi coloratissimi e originali abiti hanno conquistato i presenti, al punto da essere tutti venduti già durante la sfilata.

Un esempio di integrazione e rispetto, ma anche la dimostrazione che credere fortemente in un sogno vuol dire anche poterlo realizzare, attraverso sacrificio, lavoro e passione.