Pellegrinaggi

A Rieti sulle tracce di sant’Antonio: il pellegrinaggio di fra Angelo Gatto, ex pompiere divenuto cappuccino

È passato anche da Borgo San Pietro, Rieti e Greccio il pellegrinaggio che frate Angelo Gatto, cappuccino e cappellano dell'ospedale di Terni, ha svolto sulle strade percorse da sant’Antonio dalla Sicilia ad Assisi

Il 23 novembre del 2018, sul palco del “Flavio” che accoglieva la Banda musicale dei Vigili del fuoco per il concerto dedicato ai terremotati, nell’ambito dei festeggiamenti di “Santa Barbara nel mondo”, saliva, per ricevere un particolare riconoscimento, un ex pompiere torinese che, maturata la vocazione religiosa, ha scelto di diventare frate cappuccino. Era fra Angelo Gatto, che raccontò brevemente come il suo lavoro accanto al prossimo lo aveva portato ad abbracciare la vita consacrata vestendo l’abito francescano.

Padre Angelo – che ora svolge il servizio di cappellano all’ospedale di Terni – è passato di nuovo per Rieti qualche giorno fa, nell’ambito del particolare pellegrinaggio che sta svolgendo per dare corpo a una sua idea: ricostruire il cammino di sant’Antonio dalla Sicilia ad Assisi.

Un’idea condivisa con i frati della Basilica del Santo a Padova, nell’ambito dell’ottavo centenario della “svolta” francescana del canonico portoghese che, colpito dalla testimonianza dei frati martirizzati in Marocco, volle abbracciare l’ideale di san Francesco e, dopo aver tentato di ripetere la missione dei protomartiri sulle coste nordafricane, fu costretto a fare marcia indietro, ma nel viaggio di ritorno la sua nave naufragò in Sicilia. Era l’autunno del 1220, e nei mesi successivi si sarebbe svolto il viaggio che lo portò fino ad Assisi, dove nella Pentecoste del 1221 si svolse il celebre Capitolo delle Stuoie, e qui Fernando Martins de Bulhões divenuto fra Antonio si incontrò con il Poverello.

Quale fosse il percorso preciso che, a partire da Milazzo, il religioso di Lisbona compì fino alla città umbra non è mai stato definito con precisione. Ci ha voluto così pensare fra Angelo, una sorta di “rabdomante spirituale”, per dirla con i frati della fraternità francescana interobbedenziale che l’hanno ospitato nella sua tappa reatina: una serie di intuizioni, comunque perfettamente plausibili dal punto di vista storico-geografico, che lo hanno condotto a definire, e compiere personalmente, questo cammino, che in vista degli 800 anni del Capitolo delle Stuoie verrà ufficializzato dai francescani.

E la notizia “bomba” per i reatini è che Rieti costituirebbe una tappa di questo cammino. Un suggello importante sulla singolare devozione della comunità reatina verso il santo taumaturgo, che risale alle origini del culto, quando a Rieti, dove al tempo risiedeva papa Gregorio IX, ebbe inizio la procedura per la sua canonizzazione il cui onore di ospitarla fu però “strappato” da Spoleto. Ma nella valle significativamente legata al suo maestro Francesco la presenza di Antonio non era mai stata accertata. Fino a ora, in cui l’iniziativa di padre Gatto darebbe un significativo contributo alla caratteristica francescana-antoniana della città.

A detta del pompiere divenuto frate, infatti, per raggiungere Assisi Antonio avrebbe seguito le vie medievali che aggiravano Roma, e avrebbe lambito la città passando da San Pietro di Malito, il luogo della prima santa francescana Filippa Mareri, per poi proseguire facendo tappa a Greccio e da qui, attraverso i prati di Stroncone, proseguire fino alla città di Frate Francesco.

Molto probabilmente a Rieti sant’Antonio non si introdusse intra mœnia, ma non è detto che non fosse passato all’hospitale di Santa Croce, il sito suburbano in cui sarebbe poi nata la chiesa di San Francesco, quella che tuttora è la sede dell’intenso culto antoniano dei reatini. Qui fra Angelo, nella tappa reatina del cammino che sta compiendo dalla Sicilia all’Umbria accompagnato da un giovane postulante, una sua rapida incursione ha voluto farla: è bastata una telefonata agli ex colleghi Vigili del fuoco, e il comandante provinciale ha accompagnato il cappuccino, assieme al confratello fra Antonio della comunità interobbedenziale, all’interno della chiesa al momento occupata dal cantiere degli imponenti lavori di restauro. Foto di rito con la statua del santo di Padova tanto caro alla devozione reatina, prima di partire alla volta di Greccio sulle orme del più illustre seguace del carisma serafico.