Musica

29 settembre: la data immaginaria di una storia fuori dagli schemi

Il 29 settembre viene spontaneo pensare al brano della coppia Battisti-Mogol. Una canzone tutt'altro che scontata che testimonia qualcosa che oggi ci manca

Una cosa curiosa è che il brano fu pubblicato di marzo. Ma non è l’unica, perché 29 settembre è una canzone che di cose da raccontare ne ha tante. Lucio Battisti voleva farne un suo singolo, ma alla fine la cedette a Maurizio Vandelli, che pubblicò il brano nel 1967 con il marchio di fabbrica dell’Equipe 84. Il complesso fece del pezzo un manifesto della psichedelia all’italiana. Lo annunciava anche la foto di copertina del 45 giri: un ritratto distorto del gruppo scattato da Mario Schifano. Ma anche nel mettere la puntina sul disco sembrava un po’ tutto fuor di sesto: il testo sfocato e surreale, l’arrangiamento barocco, i suoni sovrabbondanti e la trovata di un radiogiornale che annuncia la data. Non si è mai capito chi ebbe l’idea e pare che il giorno fosse stato scelto a caso. Fu gioco facile farne il titolo di una canzone che non ne aveva: una data immaginaria per un brano che che ampliava l’immaginario.

Battisti lo incise un paio d’anni dopo con un arrangiamento più misurato e senza il trucco del radiogiornale. In mezzo c’era stato il ‘68, con i suoi fermenti, le sue utopie, le sue contestazioni: tante spiegazioni non servivano più. Anche perché il cantautore era andato già oltre, come intuendo il pericolo di nuove forme di pensiero unico. Sapeva di essere un discorso a sé e ha continuato per la sua strada, rompendo ogni volta gli schemi, e senza mai voltarsi. E forse è questa capacità ciò che oggi manca di più.