Polizia di Stato

Polizia di Stato in festa per san Michele Arcangelo

Nella mattinata del 30 settembre la Polizia Di Stato ha celebrato il suo protettore nella chiesa di piazza Cavour, con una Santa Messa officiata dal vescovo Domenico e dal cappellano don Fabrizio Borrello

Uomini in divisa azzurra in festa per il patrono san Michele Arcangelo. Nella mattinata del 30 settembre la Polizia Di Stato ha celebrato il suo protettore nella chiesa di piazza Cavour con una Santa Messa officiata dal vescovo Domenico e dal cappellano don Fabrizio Borrello.

Monsignor Pompili nell’omelia ha fatto riferimento al «Signore degli eserciti», un modo per definire Dio a partire dai suoi eserciti, non certo quelli militari ma quelli degli spiriti celesti e degli angeli.

«Siamo dunque ben lontani da un uso strumentale di Dio – ha detto il vescovo – come nella blasfema espressione dei nazisti Dio con noi, o in quell’altra non meno ambigua che è posta come motto sul dollaro americano, che recita in Dio noi confidiamo. Bisogna evitare ogni contaminazione della religione con interessi economici politici e comunque di parte. Non umiliamo mai la religione piegandola a nostro vantaggio, lasciamo che la religione conservi la sua forza di verità e di amore universale, senza mai strattonare Dio per qualche uso personale».

Il riferimento è poi andato al Corpo di Polizia, ai tanti agenti schierati con le divise tirate a lucido, ai loro dirigenti, al questore Antonio Mannoni.

«La Polizia è una forma per tutelare la parte più fragile e indifesa della comunità, perché nessuno possa abusarne e lo Stato possa così reagire ad ogni forma di violenza e di ingiustizia. Siamo perciò grati a questo Corpo perché ogni giorno il rispetto della legge è ciò che crea la condizione per la vita sociale. Non basta non abusare di chi è più piccolo e indifeso, occorre ancora di più mettersi sul passo degli ultimi e non dei primi: la Polizia di Stato anche da questo punto di vista offre un servizio che è tarato proprio sugli ultimi ancor prima che sui primi».

Sugli ultimi, anche quelli che arrivano da altri Paesi, scappando da guerre o condizioni di vita disumane: «Il fenomeno della migrazione per molti aspetti è legato al servizio della Polizia, che cerca di andare nella direzione di integrare le persone, facendo in modo che siano le prime a rispettare le leggi, le tradizioni, gli usi e i costumi del Paese dove approdano. Una vera integrazione infatti, non può prescindere da questo».

Un ruolo fondamentale quello della Polizia di Stato, «chiamata in qualche modo ad osservare e a far rispettare, senza mai dimenticare quello che dice Gesù: chi non è contro di voi è per voi».

Tante le autorità politiche, civili, religiose e militari intervenute alla giornata di festa, oltre naturalmente agli uomini e le donne del Corpo.

«Un forte ringraziamento lo voglio rivolgere al nostro vescovo, a don Benedetto parroco della chiesa di San Michele Arcangelo e al nostro cappellano don Fabrizio – ha detto il questore – e non solo per aver celebrato questa funzione ma anche per lo stretto legame mantenuto con la Polizia di Stato e con tutte le forze dell’ordine, che costituisce un importante appoggio morale alla nostra complessa opera quotidiana al servizio di tutti. Rivolgo un grazie sentito anche all’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, ai nostri pensionati che non hanno mai smesso di avere un forte rapporto con noi e fanno parte della famiglia della Polizia a tutti gli effetti. Condividiamo con la Chiesa una delle nostre finalità, ovvero quella di esserci sempre per chiunque abbia bisogno. Un pensiero particolarmente sentito ai nostri 2500 caduti che hanno sacrificato la loro vita nel nostro rischioso lavoro: queste persone costituiranno sempre un esempio per noi, e sono lieto che oggi siamo presenti alcuni familiari di alcuni nostri operatori caduti in servizio o rimasti gravemente feriti. Un grazie di cuore lo vorrei rivolgere agli uomini e alle donne della Polizia di Stato: li voglio ringraziare per l’impegno che mettono ogni giorno nel loro lavoro, per come servono lo Stato e per avermi seguito nella mia continua idea di rafforzamento del territorio».

Il questore Mannoni ha anche annunciato nuovi arrivi di personale previsti nei prossimi mesi, giovani appena usciti dai corsi di formazione che andranno ad incrementare l’organico del presidio di Rieti.

«È stato questo un anno storico, perché come avrete potuto notare, le nostre divise sono cambiate, come sono cambiati i nostri distintivi di qualifica da luglio: è stata una svolta epocale, la fine di un percorso iniziato 40 anni fa, nel 1981, quando la Polizia di Stato fu definitivamente smilitarizzata. Una continua ricerca non solo nelle tecnologie e nel rinnovamento del personale ma anche nell’immagine esterna della Polizia di Stato».

E il dottor Mannoni non dimentica le famiglie degli agenti, «che fanno anche delle rinunce pur di svolgere nel migliore dei modi il loro lavoro ed esprimere al massimo la loro professionalità».