«Erano pronti per l’incontro con il Signore»: il vicario Aquilini ricorda Luca, Michela e Valentina

Luca Lunari aveva vent’anni, ed era pazzo per la sua bambina Marta, di sette mesi. Michela Rossi era un’ingegnere di trentasei anni con la grande passione per le maratone. Valentina Rossi, ventitré anni, avrebbe voluto fare l’insegnante.

Sono le tre giovani vite reatine spezzate dal terremoto del 6 aprile 2009 che distrusse vite, sogni, speranze e case di chi quella tragica notte si trovava a L’Aquila. Michela, Luca e Valentina erano nel capoluogo abruzzese per studio e per lavoro, e nel pomeriggio di oggi sono stati ricordati con una messa in loro suffragio, celebrata nella chiesa del convento di Santa Lucia dal pro-vicario del vescovo di Rieti, monsignor Luigi Aquilini.

Superstite del recente terremoto di Amatrice, il vicario ha ricordato lo disperazione che assale i parenti delle vittime di tali tragedie, soprattutto quelli più avanti con l’età: «perché Signore tanti ragazzi, tanti bambini, perché Signore non hai chiamato me?».

Un interrogativo tagliente come un rasoio che ha attanagliato il cuore e la mente dell’anziano don Luigi, soprattutto nelle ore immediatamente successive al disastro, nei momenti della ricerca, delle grida, della impietosa conta dei morti.

«La risposta non sapevo darmela neppure io», racconta con la voce commossa. «Poi invece, mi sono accorta che era nello stato delle cose. Semplicemente, loro sono stati chiamati perché erano pronti a questo incontro con il Signore. Noi invece dobbiamo ancora prepararci, lo dobbiamo ringraziare per averci conservato ancora in vita, perché abbiamo ancora tempo».

Un tempo che dovrà essere utilizzato per soccorrere chi ha bisogno, per stare vicini a coloro che soffrono, e per ricordare coloro che non ci sono più e che ci hanno lasciato nel fiore degli anni, proprio come nove anni fa è stato per Michela, Luca e Valentina.