Ripensare il lavoro: «Libero, Creativo, Partecipativo e Solidale»

Un incontro pubblico organizzato dall’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Chiesa di Rieti si propone di portare nel contesto locale i temi della Settimana Sociale dei Cattolici come contributo a un rinnovamento nel modo in cui si danno risposte sul piano produttivo e occupazionale

Conclusa a Cagliari la 48esima Settimana sociale, si fa avanti il bisogno di trasferire nei contesti locali il «modo nuovo di dialogare con le istituzioni» e la volontà di «mettere in rete le “buone pratiche”». E nel contesto reatino si avverte anche la ragione di una qualche immediatezza di questo slancio: per sostenere la vitalità di iniziative nuove, come sono quelle della Valle del Primo Presepe che si vanno delineando in vista del Natale, ma anche per affrontare con approcci inediti crisi industriali che paiono sempre uguali a sé stesse, pur mutando i tempi, i lavoratori e i nomi delle aziende.

Ma proprio questa apparente fissità chiama a quella sorta di «conversione culturale», legata alla «riscoperta del senso del lavoro» che più volte è emersa durante il meeting sardo. Un cambio di paradigma che sembra pretendere anche un dialogo con la politica condotto su piani e con linguaggi ormai poco frequentati dei valori, della qualità di vita, del lavoro in funzione dell’uomo e non del mercato.

Si tratta cioè di porre domande alle amministrazioni di ogni livello, e al mondo imprenditoriale, sulla natura delle scelte e degli investimenti.

Portano un lavoro buono? Corrispondono a strategie rispettose dell’ambiente? Viene prodotto lavoro di qualità, sicurezza sociale o sfruttamento?
Domande tanto più legittime quanto più si possono proporre casi di “buone pratiche” sperimentate con successo in alcuni contesti, che possono essere replicate, adattate e sviluppate. Non mancano esempi nel campo del credito, dell’economia cooperativa, dell’organizzazione turistica.
Si tratta piuttosto di guardare a questo panorama di successi locali e di raccordarli, di farne una lettura di sistema: un qualcosa che può andare al di là del generico “fare rete” se filtrato attraverso gli strumenti della dottrina sociale della Chiesa.

Un contesto che pretenderebbe innanzitutto uno sguardo sui giovani, e il superamento del precariato, condannato da papa Francesco al pari del lavoro nero e con parole durissime. «Uccidono», ha detto senza mezzi termini Bergoglio: «Uccidono la dignità, uccidono la salute, uccidono la famiglia, uccidono la società».

Non a caso il tema scelto per Cagliari è stato «Il lavoro che vogliamo. Libero, Creativo, Partecipativo e Solidale»: una formula presa dalla Evangelii Gaudium e ripresa tale e quale per l’incontro pubblico in programma per mercoledì 15 novembre dalle ore 16 nel salone del Palazzo Papale di Rieti. Un appuntamento organizzato dall’Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e Lavoro della Chiesa di Rieti proprio per portare nel dibattito locale i temi della 48esima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. Sarà un momento importante per una realtà come quella reatina, che sul fronte del lavoro da un lato continua ad annaspare, a non trovare appigli, a perdere pezzi, e dall’altro non riesce a dare spazio a una vitalità che pure è presente, ma non riconosciuta.

La scommessa è quella di sottrarre i discorsi sull’argomento alla lamentela, al rancore, alla difesa delle rendite di posizione, e provare a guardare il lavoro per quello che realmente è: un’esperienza umana fondamentale che coinvolge integralmente la persona e la comunità.

«Esso – si legge nel documento preparatorio alla Settimana Sociale – dice prima di tutto quanto amore c’è nel mondo: si lavora per vivere con dignità, per dar vita a una famiglia e far crescere i figli, per contribuire allo sviluppo della propria comunità. Il lavoro umano è un’esperienza in cui coesistono realizzazione di sé e fatica, contratto e dono, individualità e collettività, ferialità e festa. Esso richiede passione, creatività, vitalità, energia, senso di responsabilità perché nelle imprese, nelle botteghe, negli studi professionali, negli uffici pubblici, la differenza, alla fine, la fanno le persone».

Un insieme di temi sui quali, per l’incontro del 15 novembre, è stata chiamata a dare un contributo suor Alessandra Smerilli, docente di economia all’Auxilium e alla Lumsa nonché componente del comitato scientifico e organizzativo delle Settimane Sociali. Le conclusioni saranno affidate al vescovo Domenico Pompili.