Il Papa alle Cooperative: economia non è “fare marketing”

Economia non è “fare marketing”: la “logica” delle cooperative è “uno più uno uguale tre”, per questo bisogna “promuovere l’economia dell’onestà”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso alle cooperative si è soffermato sul rapporto dell’economia “con la giustizia sociale, con la dignità e il valore delle persone”. “Un certo liberismo crede che sia necessario prima produrre ricchezza, e non importa come, per poi promuovere qualche politica redistributiva da parte dello Stato”, ha detto Francesco: “Altri pensano che sia la stessa impresa a dover elargire le briciole della ricchezza accumulata, assolvendo così alla propria cosiddetta responsabilità sociale. Si corre il rischio di illudersi di fare del bene mentre, purtroppo, si continua soltanto a fare marketing, senza uscire dal circuito fatale dell’egoismo delle persone e delle aziende”. Al contrario, “realizzando una qualità nuova di economia, si crea la capacità di far crescere le persone in tutte le loro potenzialità”, le parole del Papa, secondo il quale “il socio della cooperativa non deve essere solo un fornitore, un lavoratore, un utente ben trattato, dev’essere sempre il protagonista, deve crescere, attraverso la cooperativa, come persona. Non dico che non si debba crescere nel reddito, ma ciò non basta: occorre che l’impresa gestita dalla cooperativa cresca davvero in modo cooperativo, cioè coinvolgendo tutti”.

“La gente al centro, i bisognosi al centro!”

Con queste parole, pronunciate a braccio, il Papa ha sintetizzato il compito delle cooperative. “Come sarebbe bello se, partendo da Roma, tra le cooperative, alle parrocchie e agli ospedali, penso al ‘Bambin Gesù’ in particolare, potesse nascere una rete efficace di assistenza e di solidarietà”, ha esclamato. “Questa è la missione che ci proponiamo!”, l’invito ai presenti: “A voi sta il compito di inventare soluzioni pratiche, partendo dalla vostra storia, per coniugare l’essere impresa e, allo stesso tempo, non dimenticare che al centro di tutto c’è la persona”. Nel dettaglio, il Papa ha sollecitato le cooperative ad attivarsi “come protagonisti per realizzare nuove soluzioni di Welfare, in particolare nel campo della sanità, un campo delicato dove tanta gente povera non trova più risposte adeguate ai propri bisogni”. “Conosco che cosa fate da anni con cuore e con passione, nelle periferie delle città e della nostra società, per le famiglie, i bambini, gli anziani, i malati e le persone svantaggiate e in difficoltà per ragioni diverse, portando nelle case cuore e assistenza”, le parole del Papa, secondo il quale “la carità è un dono, non è un semplice gesto per tranquillizzare il cuore, un dono senza il quale non si può entrare nella casa di chi soffre”.

“Io sono un tifoso delle ‘empresas recuperadas’”

Ad assicurarlo, a braccio, è stato il Papa, ricordando che le cooperative “devono continuare ad essere il motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle nostre comunità locali”. “Il pensiero – ha detto il Papa – corre innanzitutto ai giovani, perché sappiamo che la disoccupazione giovanile, drammaticamente elevata, distrugge in loro la speranza. Ma pensiamo anche alle tante donne che hanno bisogno e volontà di inserirsi nel mondo del lavoro. Non trascuriamo gli adulti che spesso rimangono prematuramente senza lavoro”. Oltre alle nuove imprese, Papa Francesco ha esortato i presenti a guardare “anche alle aziende che sono in difficoltà, a quelle che ai vecchi padroni conviene lasciar morire e che invece possono rivivere con le iniziative che voi chiamate ‘Workers buy out’, ‘empresas recuperadas’, aziende salvate”.