Tra le dune del male, la speranza

Inizia il tempo di Quaresima, durante il quale il Signore ci invita all’ascolto della Parola, alla condivisione con i poveri e gli esclusi, ad uno stile di vita sobrio, ad avere minori “pretese”.

Sono tempi non facili, almeno per alcune categorie di persone, ma sono difficili per tutti.

Anche sul piano internazionale sembra che il livello di “conflittualità” si sia alzato parecchio.

Ricordiamoci di essere polvere, non siamo eterni, non siamo migliori degli altri, non siamo indispensabili, non siamo più forti degli altri.

Impegniamoci per un mondo più giusto e più umano, più fraterno e solidale, ma ricordiamoci di essere polvere.

Le tentazioni a cui Gesù si sottopone sono le tentazioni che si ripropongono a noi nel “deserto” del mondo.

Oggi Satana porterebbe Gesù nella “terra dei fuochi”, lo porterebbe nelle stanze del potere dove si decidono a tavolino le sorti dei popoli e soprattutto dei poveri, lo porterebbe a vedere quanto male accerchia l’uomo, quanta violenza gratuita ed inaudita, quanta fame a fronte di sprechi colossali.

E gli direbbe: “ecco, sei morto per questo!”

In ambito politico e sociale vediamo che l’austerità e la sobrietà vengono associate ai tagli di spesa, che ricadono come macigni sulle famiglie e sul cosiddetto “stato sociale”.

Ma è necessario che l’austerità diventi uno stile di vita che devono assumere coloro che hanno di più e che hanno nel corso del tempo accumulato privilegi e vantaggi eccessivi.

È una rivoluzione che deve partire da una profonda consapevolezza interiore che si dovrebbe tradurre in prassi e leggi giuste, per un’equa ridistribuzione, secondo i princìpi della giustizia e del bene comune, alle persone e alle categorie dei meno abbienti.

Non è solo e semplicemente una legge morale, un imperativo etico, ma una via “economica”, per una migliore e duratura ripresa.

L’ascolto della Parola di Dio ci conduce per questo deserto, ci fa vedere che non è facile orientarsi tra le dune del male, ma ci indica il sentiero del bene come una speranza di salvezza.

Gesù non risponde né con disperazione, né con saccenza. Egli sa che c’è da lottare “contro lo spirito del male”, tenendo fisso lo sguardo su ciò che Dio dice all’uomo.

Un rabbino ebreo, David Flusser, studioso del cristianesimo, ha sottolineato che il cristianesimo si distingue dall’ebraismo e da molte altre esperienze religiose, proprio per aver intuito che la medicina che tutto guarisce e tutto risolve è l’amore, addirittura l’amore per il nemico e il peccatore.

Nella misura in cui sapremo essere contagiosi con l’amore, che mai deve rinunziare alla giustizia, allora cambieranno le nostre relazioni e si risolveranno tanti drammi.

La Quaresima non è il tempo della malinconia e dello sconforto, ma il tempo in cui prendiamo coscienza della nostra caducità e della nostra insufficienza.

È il tempo, però, in cui sappiamo dove andare ad attingere la linfa vitale per irrigare questo deserto: opere di carità, cambiamento interiore, ascolto della Parola, accoglienza del fratello che ci chiede ascolto, vicinanza, sostegno.

All’orizzonte di questo tempo si profila la crocifissione, a cui farà seguito la luce del Risorto, di una vita nuova che non muore più.

Facciamoci coraggio, dunque, tra queste dune, e sconfiggeremo il male!