Terremoto: Telefono azzurro, volontari e operatori professionisti a supporto di bambini, adolescenti e adulti

Volontari appositamente formati e operatori professionisti, per un sostegno a bambini, adolescenti e adulti nelle zone colpite dal terremoto:

li mette a disposizione Telefono Azzurro (come già fatto per le emergenze passate in Emilia Romagna, Abruzzo e Molise), in accordo con la Protezione civile.

L’associazione mette a disposizione dei bambini e dei loro genitori l’assistenza telefonica attraverso le sue linee di ascolto, il 114 Emergenza infanzia e l’1.96.96, dedicato a bambini e adolescenti. Attiva anche la chat (www.azzurro.it/chat), dove ogni giorno persone esperte di bisogni di bambini e ragazzi sono pronte a rispondere alle loro richieste. Inoltre, per chiunque volesse offrire il proprio sostegno alla popolazione colpita dal sisma, le sedi territoriali di Telefono Azzurro hanno attivato la raccolta di giochi e materiale didattico da distribuire ai bambini del posto. “L’impatto sui bambini di un evento traumatico come il terremoto che ha scosso il Centro Italia è particolarmente forte”, ha dichiarato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria infantile. “Molti di loro si trovano a dovere affrontare sensazioni prima sconosciute, come la paura, il lutto, la perdita della casa e delle proprie abitudini, la vista di immagini drammatiche. È normale, in queste situazioni, provare paura intensa, senso d’impotenza, di angoscia, di confusione, che possono però scomparire in breve tempo, grazie anche al supporto e alla vicinanza di persone affettivamente importanti. Primi fra tutti i genitori”. Al tempo stesso Telefono Azzurro invita gli organi d’informazione a una maggior cautela nella pubblicazione e nella messa in onda di immagini drammatiche dei posti tragicamente colpiti dal sisma e delle vittime, bilanciando diritto di cronaca e tutela dell’infanzia, nel pieno rispetto dei principi sanciti dalla Carta di Treviso. “Quindi – precisa l’associazione – una maggiore attenzione, non solo verso bambini e adolescenti coinvolti nel tragico evento, ma anche verso coloro che siedono di fronte a uno schermo televisivo, ai bambini che guardano, che ascoltano e leggono”.