Terremoto: quasi 50.000 euro dalla diocesi di Gaeta per gli interventi nei territori della diocesi di Rieti

Domenica 11 dicembre, III Domenica di Avvento e celebrazione diocesana dell’Avvento di Fraternità, la Chiesa di Gaeta destinerà quanto raccolto nelle celebrazioni domenicali alle popolazioni colpite dal terremoto del centro Italia.

La colletta nazionale del 18 settembre scorso della Caritas Italiana ha raccolto 16 milioni di euro, subito trasferiti alle Diocesi più colpite per i primi interventi. Nell’arcidiocesi di Gaeta è stata raccolta la somma di € 47.951,75 inviata a Caritas Italiana per gli interventi d’urgenza nei territori della Diocesi di Rieti, con cui le Diocesi del Lazio sono gemellate.

Il direttore della Caritas diocesana don Alfredo Micalusi ha affermato: «Non possiamo dimenticare tutte quelle comunità, tutti quei fratelli e sorelle che abitano i territori feriti. La presenza e l’impegno della Caritas restano costanti anche in quelle terre dove i numeri e i dati non riescono a raccontare ‘il faccia a faccia’ con l’immane tragedia, la trama delle relazioni, la fatica di abitare l’emergenza, la fede e la speranza di tanti».

La rete Caritas ha garantito l’ascolto delle persone presenti nei territori, soprattutto le fasce più deboli, l’accompagnamento pastorale e l’informazione. Inoltre si è coinvolta direttamente per rispondere ai bisogni primari, fornendo beni e strumenti per favorire la ripresa delle attività economiche, soprattutto nelle aree rurali.

Grazie ai fondi raccolti nelle parrocchie delle diocesi del Lazio, nella diocesi di Rieti sono state già realizzate 5 sale di comunità, spazi per la vita sociale e il culto, mentre sono in fase di attuazione quelle di Scai e Sant’Angelo e si sta valutando come allestirne un’altra a Grisciano.

In tutte le zone colpite si sta completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico, si stanno avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive e sono in via di realizzazione Centri polifunzionali per riannodare relazioni e rapporti comunitari.

E conclude don Micalusi: «Vorremmo realizzare, con l’aiuto di tutti, opere significative e utili, opere che facciano sentire la nostra vicinanza come un grande abbraccio fraterno».