Studenti reatini in attesa del “Reate Festival”

Si chiama “Aspettando il Festival” l’evento del 15 settembre, promosso e ideato dal Liceo Scientifico “Carlo Jucci”, ma aperto a musicisti di altre scuole reatine, per presentare il Reate Festival ai ragazzi.

Il Reate festival può fare un po’ di soggezione: per il livello dei partecipanti, per il contenuto classico e lirico, per l’imponenza degli allestimenti teatrali.

L’idea è di rispondere, come città, in termini positivi. Anche senza volersi paragonare all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, o al Coro del Teatro Regio di Parma, si può testimoniare che in città c’è tanta passione per la musica. Non mancano infatti ragazzi che studiano seriamente, al Conservatorio o da autodidatti. Esiste un tessuto connettivo che coinvolto può aiutare a dare senso ad un evento che altrimenti rischierebbe di risultare “catapultato” ed un po’ estraneo alla città. Del resto, chi organizza di sicuro non si aspetta una risposta solo in termini di pubblico, una sorta di passività plaudente. L’idea di un pubblico attivo, propositivo, è certamente più stimolante della conta dei biglietti venduti.

Ben venga quindi un momento musicale autonomo: può servire ad avvicinare, a connettere, universi differenti, ma non necessariamente ostili fra loro, con l’idea di una accoglienza che parla un linguaggio musicale. Sarà il chiostro di San Francesco ad ospitare “Aspettando il Festival”. Una iniziativa che nella sua autonomia dimostra forse un aspetto “pionieristico”, ma fuggendo il divismo apre al dialogo e traccia una linea di partecipazione.