Sale la temperatura, campagna elettorale condizionata da veleni e scoop giudiziari

Un primo bilancio di queste settimane incandescenti si potrà ragionevolmente tentare soltanto dopo le elezioni regionali in Sicilia, il 5 novembre

Come se non bastassero la riforma elettorale, la legge di bilancio, i referendum lombardo-veneti appena svolti e le imminenti elezioni siciliane, lo scontro sulla nomina del governatore della Banca d’Italia ha provveduto ad alzare ulteriormente la temperatura di una fase politica febbricitante. Il timore è che di qui alle elezioni politiche le convulsioni diventino sempre più frequenti e destabilizzanti, con l’aggravio di una prospettiva a dir poco incerta sulla governabilità nella prossima legislatura.

Tanto per restare sul filone delle banche, ad esempio, c’è da sperare che la commissione parlamentare d’inchiesta su un tema così sensibile per l’opinione pubblica possa lavorare secondo i suoi fini istituzionali e non diventi il luogo di una guerriglia politico-mediatica senza esclusione di colpi. Il Paese di tutto ha bisogno tranne che di una campagna elettorale condizionata da veleni e scoop giudiziari. Il confronto potrà, entro certi limiti, essere anche molto aspro (sarebbe irrealistico immaginare il contrario), ma deve innanzitutto essere imperniato sul confronto tra candidature e programmi presentati in modo tale da mettere gli elettori in condizione di scegliere con consapevolezza. Con la testa e non con la pancia, anche su temi come quello dell’autonomia regionale che i referendum hanno riportato al centro del dibattito politico.

Un primo bilancio di queste settimane incandescenti si potrà ragionevolmente tentare soltanto dopo le elezioni regionali in Sicilia, il 5 novembre. Il responso delle urne siciliane e la certezza sulle regole elettorali, che sarà intervenuta in un modo o nell’altro, imprimeranno un’accelerazione alle scelte dei partiti in vista dell’appuntamento con il voto politico. Sono bastati i sondaggi sul risultato nell’isola, che danno il centro-sinistra diviso molto penalizzato, a provocare un sussulto in quell’area, riaprendo almeno per un momento il discorso tra il Pd e Mpd, il partito nato per scissione alla sua sinistra. Sul versante del centro-destra anche i risultati dei referendum in Lombardia e Veneto avranno un peso negli equilibri interni non solo della Lega, ma dell’intero schieramento. Quanto ai 5Stelle, sono mesi che preparano il voto siciliano e la lunga rincorsa dimostra quanto l’appuntamento sia considerato decisivo per il futuro del movimento.

Nel frattempo – vale la pena ricordarlo – il Parlamento sarà impegnato nella sessione di bilancio e, senza nulla togliere al diritto delle opposizioni di svolgere la loro funzione, ogni cittadino di buon senso non può non augurarsi che entro il 31 dicembre la manovra sia approvata e che i conti pubblici siano messi in sicurezza anche rispetto ai mercati internazionali. Se è lecito parafrasare in questo contesto le parole del Capo dello Stato sulla vicenda della Banca d’Italia, tutti hanno il dovere di muoversi nell’interesse della situazione economica del nostro Paese, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo.