Chiesa di Rieti

Pronti a cantare la Risurrezione: consegnato al vescovo il rotolo dell’Exsultet

Il 10 gennaio 2019 il vescovo Domenico ha ricevuto in episcopio suor Anna Maria Giaconia, Missionaria Francescana di Gesù Bambino, maestra iconografa attualmente residente nella comunità di Greccio, alla quale lo scorso anno era stato commissionato un rotolo dell’Exsultet.

Il 10 gennaio 2019 il vescovo Domenico ha ricevuto in episcopio suor Anna Maria Giaconia, Missionaria Francescana di Gesù Bambino, maestra iconografa attualmente residente nella comunità di Greccio, alla quale lo scorso anno era stato commissionato un rotolo dell’Exsultet: un’antica tradizione vuole che il nuovo rotolo sia portato nella chiesa cattedrale il 2 febbraio, giorno della festa della Presentazione del Signore. Precedentemente a questa data il vescovo lo riceve, apponendovi la propria firma.

Ma che cos’è il rotolo dell’Exsultet? Mario Righetti, autore di un importante manuale di Storia liturgica, ne parla in questi termini. Si tratta in pratica di una striscia, non molto larga ma assai lunga di pergamena, che contiene il preconio del cero pasquale ossia l’annunzio della Risurrezione del Signore che viene cantato ogni anno all’inizio della veglia pasquale. Questa usanza, nata fuori Roma, è molto antica. Nel 384, una lettera di San Girolamo a Presidio, diacono di Piacenza, ne attesta già un formulario. In Italia, specialmente nelle chiese del mezzogiorno, si ebbe cura di decorare il testo con ricche miniature dipinte a rovescio della scrittura delle note musicali e del testo, in modo che, svolgendosi il rotolo, la parte miniata veniva man mano a spiegarsi davanti all’assemblea dei fedeli. Il più antico rotolo dell’Exsultet è quello di Bari, eseguito nel 1067. Famoso per la ricchezza delle composizioni, rappresentanti scene evangeliche e allegoriche, è il rotolo del museo britannico del XII secolo, nonché quello che si conserva nella basilica di san Matteo a Salerno, scritto ai tempi del vescovo Romualdo (+ 1181) e usato tuttora durante la veglia pasquale.

Altri esemplari si conservano a Pisa, Velletri, Gaeta, Capua, Sorrento, Foggia, Montecassino. Sr. Anna Maria ne ha realizzato uno, alcuni anni fa, per la basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi. I temi iconografici del rotolo variano da chiesa a chiesa, pur mantenendo un analogo svolgimento dei concetti, fra cui il caratteristico «elogio delle api» e l’ «etimasia», il trono vuoto che attende il ritorno del Signore glorioso. L’iconografa, per la nostra basilica cattedrale di S. Maria Assunta, ha voluto mettere in risalto l’icona di Maria Madre della Chiesa. Il 2 febbraio, nella celebrazione della giornata della vita consacrata, sarà possibile ammirare questa pregevole opera durante la celebrazione che avrà luogo in cattedrale alle ore 11,30.

In molti manoscritti si attribuisce la paternità del testo dell’Exsultet a Sant’Agostino, il quale nella sua opera De civitate Dei, dichiara di aver composto una benedizione del cero pasquale da cantare all’inizio della veglia. Erano così belle le melodie della veglia che anche i pagani, nella notte di Pasqua, si avvicinavano alle porte della chiesa per ascoltarle. La preminenza di cui gode la domenica nella settimana, la gode la Pasqua nell’anno liturgico.

Papa Francesco ha scritto in Evangelii Gaudium che «una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura» (n. 85). La fede in Cristo che morendo ha distrutto la nostra morte e risorgendo ha ridonato a noi la vita ci aiuti a ritrovare in ogni momento della nostra esistenza il fervore e l’audacia delle scelte evangeliche. Continua il Papa, in quel numero di EG: «Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti, e ricordare quello che disse il Signore a san Paolo: “Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12,9) ».

Auspichiamo che la presenza di un’opera così importante dal punto di vista artistico e soprattutto dei contenuti della fede, contribuisca a rendere ancora più solenne, nella nostra basilica cattedrale di Rieti, la celebrazione del triduo pasquale che risplende al vertice di tutto l’anno liturgico.