Parrocchie unite in pellegrinaggio da santa Maria Goretti

Più di cinquanta i pellegrini che hanno rimesso la loro sveglia alle 4.30 del mattino del 7 ottobre e si sono preparati per iniziare con il proprio parroco, don Nicolae Zamfirache il pellegrinaggio verso le spoglie della «Bambina di Dio», Santa Maria Goretti. Quattro le parrocchie che hanno accolto l’invito a partecipare, con pieno spirito di condivisione, comunione e dialogo cristiani: San Michele Arcangelo in Apoleggia, San Liberato in San Liberato Cantalice, San Giuseppe in Bivio di Cantalice e San Felice in Cantalice.

La ragione di questo cammino è da rintracciarsi nel desiderio di scoprire una santa contemporanea, che seppe portare più di 500mila persone a San Pietro nel giorno della sua canonizzazione e che ha vissuto sempre in odore di santità, ma anche una bambina che non temette il martirio, da lei affrontato con la forza dello Spirito Santo, riuscendo oltremodo ad osare misericordia al suo carnefice. Un esempio che ha mobilitato i parrocchiani con il loro parroco, coadiuvato da Ottorino Petrangeli, coordinatore organizzativo.

Non solo lo spirito ha goduto di questo cammino, ma anche il corpo, saziato dalla visita al Museo di Piana delle Orme, al fine di poter osservare l’ingegno dell’uomo.

Dal punto di vista spirituale, invece, il pellegrinaggio è stato aperto dalla Benedizione all’inizio di un pellegrinaggio, come vuole il Benedizionale romano, per poi pregare con l’ufficio delle Lodi mattutine, nel giorno della memoria della Vergine del Rosario, alla quale i fedeli non hanno potuto non affidarsi per questo viaggio. Non è poi sicuramente un caso, che nella Lettura della benedizione si leggano le parole dell’Apostolo delle genti ai Corinzi: «Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore».

Don Nicola, durante la Santa Messa, celebrata appositamente nella cripta in cui riposano le spoglie della Santa Bambina, nella sua omelia, ha ammonito: «Sin da piccoli si apprende la preghiera dell’Ave Maria, la quale riporta il cuore alla Visitazione di Maria a Santa Elisabetta… Alla fine di questo saluto, Maria non esita nel decantare le prodezze di Dio con quel cantico, il Magnificat, che ancora oggi risuona nel cuore dei fedeli in ogni luogo in cui vi sia una croce. Questo perché il Magnificat è il cantico della speranza, che Maria aveva forte e grande, perché sapeva il male del mondo ed il potere magnifico di Dio. Anche la nostra vita, sebbene ricca di dolori, di ostacoli, ha una meta, il Paradiso ed il cammino dell’uomo speranzoso è luminoso, perché illuminato dalla luce fissa, che è Maria. E questo, Santa Maria Goretti lo aveva già intuito».

Al termine della messa, il superiore passionista, padre Antonio Coppola, ha salutato i pellegrini, descrivendo la mirabile agiografia della Santa, non senza salutare il vescovo di Rieti, suo ex collega di studi liceali e seminaristi, sapendo arrivare ai cuori dei presenti con una semplicità disarmante e affrontando, al contempo, le più alte ragioni teologiche legate alla venerazione gorettiana.

I pellegrini, al rientro, hanno meditato il Rosario e, ringraziando don Nicola, hanno augurato la possibilità di continuare questi scambi interparrocchiali.