È stata una triste notizia per gli orviniesi, don Adrian Lupu, il Parroco voluto bene da tutti i cittadini era ormai uno di famiglia e la comunicazione del trasferimento, nel più grande comune di Sant’Angelo Romano, ha lasciato tutti impietriti. Una storia che ricorda i vecchi film di don Camillo, il sacerdote tra la gente, il punto di riferimento di tutti i cittadini di un piccolo comune. Come a rivivere quelle storiche scene in bianco e nero, sullo sfondo di un caratteristico paesaggio tra monti e colline, don Adrian era in breve tempo diventato una istituzione.
Il Parroco che aveva radunato intorno a se tutto un paese, partecipando con la gente a tutte le quotidiane attività della comunità, trascinando piccoli e grandi non solo in un percorso di fede, ma anche del saper vivere in pace e serenità, riscoprendo le semplici cose di tutti i giorni ed il piacere di stare insieme.
Il vescovo mons. Parmeggiani ha ritenuto opportuno conferirgli una nomina in un centro più grande a decorrere dall’inizio del prossimo mese, sicuramente lì dove ha più bisogno della presenza di un sacerdote che non ami risparmiarsi e che sappia, con i suoi modi fermi, ma al tempo stesso semplici e gentili, coinvolgere tutti e ricondurre all’ovile anche le pecore smarrite.
Per gli orviniesi è comunque una triste separazione, vedere andar via una persona cara, una figura umana e religiosa importante per tutta la popolazione. Don Adrian è quella persona con la quale si rideva seduti intorno a un tavolo o durante una scampagnata e al tempo stesso era il sacerdote pronto a dare conforto nei momenti difficili e ad infondere la serenità attraverso la preghiera e la parola di Dio.
“Ricordo quando arrivò ad Orvinio – racconta Luca Cervelli – era il mese di luglio del 2009, lo abbiamo subito voluto in campo per il torneo di calcetto con la squadra della pro loco e lui non si è fatto certo pregare. Da lì avevamo subito capito che avrebbe presto rappresentato una importante figura per Orvinio. Quello che ci ha colpito di don Adrian è stato il saper far rivivere un paese spento, coinvolgendo la cittadinanza in diverse attività quali l’oratorio, la caccia al tesoro, i campi scuola, le gite al mare, l’insegnamento della pesca nei corsi d’acqua limitrofi, la sua golf “sfrecciante” per le piccole vie del paese, la sua capacità di inserirsi subito tra la gente, anziani e bambini. Tutti gli vogliamo bene e lo dimostra il fatto che a pranzo e cena era sempre invitato, infatti – continua Luca sorridendo – gli avevamo fatto prendere 20 kg di peso in più e per non parlare poi delle storiche cantine orviniesi, dove il Parroco era rigorosamente invitato ad ogni evento e si aspettava il suo giudizio, ogni anno, sul vino novello”.
La comunità orviniese davanti alla irrevocabilità del trasferimento, ha comunque accettato di buon grado la situazione e si sta preparando per salutare il suo don Adrian ed accogliere il nuovo Parroco, don Desiderio Maiema, con in fondo al cuore la viva speranza che un giorno quel giovane e carismatico sacerdote possa tornare tra la “sua gente” proprio come fece il buon don Camillo.