Messa all’aperto a Regina Pacis. Don Fabrizio: «Nella precarietà di oggi, ritroviamo l’essenziale della fede»

Anche a Regina Pacis, nonostante la chiesa sia più che sicura come edificio, per evitare assembramenti in luogo chiuso stamattina la Messa è stata all’aperto. Un tavolino piazzato sotto il canestro del campetto di basket a fare da altare, un leggio e una croce, con don Fabrizio a presiedere l’eucaristia domenicale con i fedeli intervenuti, tra cui la famiglia di due parrocchiani che festeggiavano le nozze d’oro e, al termine della celebrazione, hanno reso grazie a Dio, assieme ai loro figli, per i cinquant’anni di vita comune rinnovando, con la benedizione del parroco, le fedi nuziali.

Nell’omelia, don Borrello, ai suoi ultimi giorni alla guida della parrocchia intitolata a Maria regina della pace, ha invitato a cogliere il segno del ritrovarsi in una situazione precaria dopo una sveglia mattutina in preda al panico.

«San Paolo, nella lettura di oggi, invita a non lasciarci confondere “quasi che il giorno del Signore sia già presente”… Nella precarietà in cui oggi ci ritroviamo, ritroviamo l’essenziale della fede. Il terremoto non è il giudizio di Dio, non è Dio che manda il terremoto, ma in questa condizione di precarietà e di smarrimento possiamo ritrovare il senso profondo del nostro credere, che è lasciar entrare come Zaccheo Gesù nella nostra vita, saper ritrovare lui aprendogli le porte di casa perché ci aiuti a cogliere, negli eventi quotidiani, ciò che veramente conta»,

ha detto il sacerdote, che in giornata ha celebrato, sempre nell’improvvisato “spazio sacro esterno”, anche due battesimi.

Salvo cambiamenti di programma dovuti alla particolarità della situazione, martedì alle 11, nella Messa solenne di Ognissanti, la comunità parrocchiale rivolgerà a don Fabrizio il saluto e il grazie per i dieci anni trascorsi a Regina Pacis come parroco, per prepararsi ad accogliere il suo successore don Ferdinando, che sabato pomeriggio si terrà la liturgia di insediamento.