Chiesa

In fiamme la cattedrale di Nantes. I vescovi francesi: ferito il cuore dei fedeli

Fermato un uomo. Si tratta di un volontario. Ma il procuratore Pierre Sennès: «Qualsiasi interpretazione che potrebbe implicare il coinvolgimento di questa persona nei fatti potrebbe essere prematura»

E’ stato già rilasciato l’uomo che inizialmente era stato fermato a Nantes in relazione all’incendio che sabato ha colpito la cattedrale. Vatican News aveva riportato che si trattava di un volontario che il giorno prima del rogo era stato incaricato di chiudere a chiave la chiesa. L’uomo, ruandese, di 38 anni, rifugiato in Francia da alcuni anni, aveva fornito spiegazioni che non avevano convinto gli inquirenti. A fine pomeriggio di domenica, fermo prolungato, poi la decisione di liberare l’uomo e scagionarlo da ogni accusa.

Va precisato che da subito il procuratore Pierre Sennès aveva tenuto a sottolineare che “qualsiasi interpretazione che potrebbe implicare il coinvolgimento di questa persona in quanto è accaduto è prematura e affrettata”​.

Il parroco della cattedrale, padre Hubert Champenois, aveva difeso così il ruandese: “Lo conosco da 4 o 5 anni. Fiducia? Ne ho pienamente in lui come negli altri sei collaboratori che sono con noi. C’è andato di mezzo lui perché era lui a dover chiudere la cattedrale”.

Proseguono le indagini dopo l’incendio della cattedrale di Nantes

La polizia scientifica continuerà a fare rilievi. Sennes ha annunciato un’inchiesta per incendio doloso, ma per ora “non sono state trovate tracce di effrazione”.

Per Sennès, gli inquirenti seguono anche, con l’aiuto di un’equipe di esperti arrivata da Parigi, la pista del corto circuito.
La pista della causa accidentale, spiega il procuratore francese, è avvalorata nonostante “fra il grande organo” andato completamente distrutto e “gli altri due inneschi” ci sia lo spazio di “due terzi della cattedrale”. Si ignora se le tre origini delle fiamme siano state concomitanti o successive, ma erano certamente tutte vicine a centraline elettriche o contatori. Uno di questi contatori è al centro dell’attenzione dei tecnici, fortemente sospettato di aver provocato un corto circuito che si è poi trasmesso a catena alle altre due centraline.

Il premier Jean Castex e diversi ministri sono immediatamente accorsi sul luogo promettendo tutto l’impegno dello Stato per la ricostruzione e per far piena luce sulla vicenda. Le fiamme – circoscritte dai vigili del fuoco – si sono sviluppate vicino all’organo, andato distrutto, e ai due lati della navata.

I vescovi: ferito il cuore di tutti i fedeli

In un comunicato, la Conferenza episcopale francese ha dato voce ai sentimenti di tutti i cattolici del Paese, sottolineando che “dopo l’incendio di Notre-Dame di Parigi nell’aprile 2019 e quello di questa stessa cattedrale di Nantes nel 1972, non è solo una parte del patrimonio religioso ad essere distrutta, ma anche un simbolo della fede cattolica ad essere danneggiato, ferendo i cuori di tutti coloro per i quali questi edifici sono luoghi di preghiera, rifugi spirituali, punti di riferimento per la loro fede“.
I vescovi francesi invitano i cattolici d’Oltralpe a unirsi in una preghiera a sostegno dei cattolici di Nantes e hanno fatto sapere che, da Bruxelles, il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha parlato con il presidente della Conferenza episcopale di Francia, monsignor Eric de Moulins-Beaufort, per comunicare “la sua compassione”. “Voleva esprimere il legame che unisce la comunità nazionale con la comunità cattolica di fronte a questo nuovo dramma”, si legge nella nota.

da avvenire.it