Le parole del Papa

Il Papa: «Impariamo da San Giuseppe a fare con umiltà la volontà di Dio»

Nei saluti al termine della catechesi all’udienza generale, il Papa ricorda la pubblicazione della Lettera Apostolica dedicata al Santo: «Invochiamo la sua protezione sulla Chiesa in questo nostro tempo»

Con cuore di Padre”. Già nel titolo della Lettera Apostolica dedicata a san Giuseppe che 150 anni fa è stato dichiarato Patrono della Chiesa universale, c’è riassunta la parabola della sua vita e missione. Oggi, nei saluti al termine dell’udienza generale, il Papa si sofferma sulla sua figura centrale nella vita della Chiesa:

Dio gli ha affidato i tesori più preziosi – Gesù e Maria – e lui ha corrisposto pienamente con fede, con coraggio, con tenerezza, “con cuore di padre”. Invochiamo la sua protezione sulla Chiesa in questo nostro tempo e impariamo da lui a fare sempre, con umiltà, la volontà di Dio.

Al padre putativo di Gesù, Papa Francesco ha dedicato uno speciale Anno, che si chiuderà l’8 dicembre del 2021. Da qui il decreto della Penitenzieria Apostolica, in conformità al volere del Pontefice, che offre la possibilità di ricevere, in questo stesso arco di tempo, speciali Indulgenze legate alla figura di San Giuseppe, alle consuete condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa.

San Giuseppe e la paternità

Per il suo ruolo nella storia della salvezza, ricorda il Papa nella Patris corde, “San Giuseppe è un padre che è stato sempre amato dal popolo cristiano”, come dimostra il fatto che in tutto il mondo gli sono state dedicate numerose chiese, molti Istituti religiosi, Confraternite e gruppi ecclesiali sono ispirati alla sua spiritualità, tanti Santi suoi appassionati devoti.

San Giuseppe è dunque un esempio  di paternità. Purtroppo, nota il Papa nella Lettera Apostolica, “spesso i figli sembrano orfani di padri”, di padri in grado di “introdurre il figlio all’esperienza della vita”, senza trattenerlo o “possederlo”, bensì rendendolo “capace di scelte, di libertà, di partenze”. Ha saputo “decentrarsi” per mettere al centro della sua vita non se stesso, bensì Gesù e Maria.

Una lettura della paternità quanto mai attuale quella che Francesco delinea. “Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione”. Difatti “ogni vera vocazione nasce dal dono di sé” e non ci si può fermare solo alla logica del sacrificio.

da Vatican News