Libri

Editoria: reinventarsi per ripartire

La ripresa sta lentamente arrivando, ma non sarà la stessa per tutti i settori. La pausa forzata ha cambiato molte carte in tavola e alcuni modelli sono da rivedere. Anche nell’editoria, settore che vede le reatine di Funambolo ragionare sugli inevitabili cambiamenti per il settore del libro

«Attraverso le difficoltà si giunge alle stelle»: questa è la frase che si legge nelle pagine social della casa editrice Funambolo, una teoria che accompagna le quattro giovani donne alla guida della redazione fin dall’inizio del loro percorso lavorativo e che, oggi, assume un significato nuovo.

Michela Morelli, Saveria Fagiolo, Antonella Granati e Erika Morelli, affiancate dell’aiuto di Samuele Paolucci, in seguito al decreto del 12 marzo, si sono ritrovate a dover ripensare alle loro attività per adattarle al contesto di emergenza.

«Abbiamo chiuso sia la redazione della casa editrice che la copisteria e ci siamo dedicate allo smart-working», racconta Michela, descrivendo in che modo siano riuscite a reinventarsi. «Come casa editrice, abbiamo organizzato delle letture ad alta voce dei nostri libri: una breve premessa sulle caratteristiche del libro a cui segue la lettura dei passi più significativi».

«Inoltre, abbiamo dato al pubblico la possibilità di scaricare gratuitamente dal sito della casa editrice Funambolo la versione e-book del testo Io, Lui e Lei, uno dei primi libri che abbiamo pubblicato, appartenente alla collana Humor».

Data la difficoltà di riorganizzare il lavoro della copisteria, in questo periodo le redattrici si sono dedicate maggiormente alla lettura dei manoscritti. «Siamo riuscite a concludere un contratto per l’uscita di un nuovo libro in autunno – continua Michela – concentrandoci sui titoli da pubblicare prossimamente, tra cui quello di un autore straniero, Melanconia Araba, previsto per l’inizio di giugno».

In merito alla recente ordinanza che vede la riapertura delle librerie a partire dal 20 Aprile, la posizione delle editrici si dirama su due fronti. «Come casa editrice, non siamo d’accordo perché le librerie non sono dei supermercati, ma dei luoghi dove le persone si intrattengono, sfogliano i libri e si confrontano con il librario. Dal punto di vista etico si dà indubbiamente grande valore al libro, ma, in questo momento, si deve porre l’attenzione sulla salute dei cittadini».

Sul versante dell’attività commerciale della copisteria, invece, «la riapertura ci è sembrata una buona cosa poiché si inserisce all’interno dei servizi rivolti al cittadino. Riaprire nel proprio quartiere e tornare ad essere un piccolo punto di riferimento può essere utile, quindi ci siamo attrezzate per metterci in sicurezza e riaprire per la data prevista dal decreto».

La condizione odierna avrà sicuramente ripercussioni anche sul modo di lavorare del futuro, ma Michela è ottimista. «Questo arresto, per chi non è direttamente coinvolto nella malattia, può essere anche una benedizione. All’atto pratico, non sarà più come prima: ci sarà un distacco che ci costringerà a ridefinire le priorità per potersi reinventare. Bisogna riorganizzarsi per ripartire».

In tempi pre-Covid 19, infatti, il lancio di un nuovo libro in uscita avrebbe seguito un iter ben preciso. «In merito alla presentazione del testo in uscita a giugno, avevamo intenzione di portalo in anteprima al Book Pride di Milano, fiera nazionale dell’editoria indipendente che, però, è stata annullata. Per quanto riguarda invece l’ultima uscita della collana umoristica, avevamo organizzato una serie di presentazioni con l’autore esordiente Giuseppe Musto».

«Per quanto le libreria possano riaprire, non potranno fare eventi e, sebbene questo sia un grosso vuoto, potrebbe essere colmato con presentazioni on-line che sì, limitano la presenza fisica, ma consentono comunque di essere collegati».

La speranza è dunque quella di tornare ad una sorta di quotidianità che, seppur modificata, possa essere il più possibile simile a quella di prima.