Dom Bedos, Bertone: «non poteva, rimanere episodio a se stante»

Il cardinale Tarcisio Bertone, durante la cerimonia per la firma dell’accordo tra la Diocesi di Rieti e il Pontificio Istituto di Musica Sacra, ha spiegato le ragioni del patto tra le due realtà: «Aver creato uno strumento di tale bellezza e grandiosità, come questo eretto nella venerabile chiesa di san Domenico in Rieti, non poteva, allora, rimanere episodio a se stante; esigeva la ricerca di strumenti e mezzi formativi che garantissero la continuità la trasmissione del testimone alle generazioni avvenire. Da qui la scuola di organo, affinché la sua voce non resti mai muta e non venga mai a mancare il dono dell’incanto e del canto di questo strumento, interprete della creazione, cantore dei cuori, sospiro delle anime».

Abbiamo assaporato la gioia che emana dalla lettura del Salmo 150 con il quale si chiude il libro della preghiera per eccellenza del popolo di Israele. In esso, una cascata di alleluja accompagna l’orchestra del Tempio che è qui completamente convocata: il corno, l’arpa, la cetra, i timpani, le corde, il flauto e i cembali. Ma in finale si leva un suono supremo, è il respiro di ogni essere vivente che si fa preghiera e lode con questo canto cosmico. Sia l’universo sia il Tempio, sono come le casse di risonanza della voce dell’uomo che canta a Dio la sua ammirazione di creatura chiamata alla vita dal suo Creatore.

La musica coopera alla liberazione di quelle energie positive che edificano in terra il Regno di Dio. Quando l’uomo loda Dio, la sola parola è insufficiente. La parola rivolta a Dio trascende i limiti del linguaggio umano. Per questo motivo la parola chiede aiuto alla musica, e anche il cantare si coniuga alla voce del creato nel suono degli strumenti. Innumerevoli volte la Parola biblica si è fatta immagine, musica, poesia, evocando con il linguaggio dell’arte il mistero del “Verbo fatto carne”.

Così si è espresso Joseph Ratzinger – Benedetto XVI a cui è dedicato il magnifico organo di questa Chiesa: “Il divenire musica della Parola è da un lato incarnazione, un trarre a sé forze prerazionali e metarazionali, che vengono anche rese sensibili; il trarre a sé il suono nascosto del creato, lo scoprire il canto che riposa sul fondo delle cose. Ma così questo stesso divenire musica è anche già la svolta nel movimento: non è soltanto incarnazione della Parola, ma nello stesso tempo spiritualizzazione della carne. Il legno e il metallo diventano suono, l’inconscio e l’indistinto diventano sonorità ordinata, piena di significato» (RATZINGER J., Cantate al Signore un canto nuovo, Jaca Book 1996, p. 148).

E’ giusto, dunque, che la Chiesa, anche attraverso l’espressione musicale si sforzi di creare le condizioni, affinché le energie salvifiche possano esse­re comunicate a ciascuno.

L’organo, soprattutto il Pontificio Organo Dom Bedos-Roubo Benedetto XVI, più di ogni altro strumento della storia della musica di ieri e di oggi, è voce della creazione. Nell’organo la perizia della metallurgia, la precisione dell’ebanisteria, il gusto e l’intonazione dell’organaro, diventano le condizioni grazie alle quali l’ultimo anello di questa catena di umanità, l’organista, possa dare voce a tutti gli altri. Non solo. Ma l’organista è anche il figlio della comunità che gli affida un compito speciale, quello di toccare i tasti e le corde della sensibilità di tutti e dar voce alla preghiera a volte sommessa degli accordi dolci e soffusi; dar voce all’urlo angosciato dei cuori affranti; dar voce alla potenza di una lode che tutti unisce in una sola maestosa e coinvolgente armonia. Tutto il Popolo santo di Dio si sente interpretato e rappresentato dall’organista.

Aver creato uno strumento di tale bellezza e grandiosità, come questo eretto nella venerabile chiesa di san Domenico in Rieti, non poteva, allora, rimanere episodio a se stante; esigeva la ricerca di strumenti e mezzi formativi che garantissero la continuità la trasmissione del testimone alle generazioni avvenire. Da qui la scuola di organo, affinché la sua voce non resti mai muta e non venga mai a mancare il dono dell’incanto e del canto di questo strumento, interprete della creazione, cantore dei cuori, sospiro delle anime.