DENTRO LA TV / Su Rai Due la sfida è tra le ugole

“The Voice of Italy” è tornato con un nuovo pool di giudici

C’è il rapper conosciuto dai più giovani che si cala nella parte prevista per il suo personaggio con falsa spontaneità. C’è la showgirl – o, meglio, la show-woman – di lungo corso, protagonista fin dai primi anni della Rai e ancora pimpante. C’è il cantante pop che prima in duo e poi da solo ha segnato gli anni Ottanta e Novanta con canzoni ritmate e ritornelli facilmente orecchiabili. E c’è la giovane cantante-pantera che fa sfoggio di aggressività e cerca di recuperare gli anni passati senza produrre successi con un atteggiamento sempre un po’ sopra le righe.
I “fantastici 4” giudici dell’edizione 2016 di “The Voice of Italy” (Rai 2) sono loro: Emis Killa, Raffaella Carrà, Max Pezzali e Dolcenera. Siedono sulle quattro poltrone girevoli del programma, pronti ad ascoltare gli aspiranti cantanti in gara senza vederli, per poter valorizzare al meglio la voce, chiamati a schiacciare un pulsante che li fa voltare verso chi si esibisce se decidono che vale la pena di reclutarlo nella propria formazione. Sul palco si avvicendano i concorrenti speranzosi che almeno un giudice si volti, mentre dietro le quinte i parenti o gli amici che li hanno accompagnati fanno il tifo augurandosi la stessa cosa.
Il programma è uno dei tanti format canori che negli ultimi anni hanno preso piede in televisione, insieme con quelli dedicati alla cucina. “The Voice” è stato ideato da quello stesso John De Mol che ha fondato la Endemol, casa produttrice di “Big Brother”–”Grande Fratello” e di molti altri programmi televisivi di successo. La fortuna di questa particolare gara canora si è sviluppata negli Stati Uniti, dove ha ottenuto un successo tale da essere poi esportato in altri 35 Paesi del mondo, fra cui anche l’Italia.
La Rai ha puntato su questo format dopo la cancellazione dal palinsesto di Rai 2 di “X Factor”, poi passato su Sky, e dopo il flop di “Star Academy” nella stagione 2011-2012, cancellato dopo solo tre puntate a causa dei bassi ascolti. Nella primavera 2013 “The Voice of Italy” ha preso il posto di un altro reality di successo, “L’isola dei famosi”, passato poi su Canale 5 dove viene attualmente trasmesso.
La competizione si sviluppa in quattro fasi: Blind Audition, Battle, Knockout Live Show. La prima è quella delle audizioni al buio in cui i concorrenti si esibiscono dal vivo senza essere visti ma solo ascoltati dai giudici. Questi ultimi sono anche “allenatori” delle rispettive squadre che si vanno formando durante la selezione. Se a voltarsi durante l’esibizione è più di un giudice, è il concorrente a scegliere con chi di loro andare.
I quattro giudici indosseranno, poi, i panni degli allenatori, per preparare i componenti delle rispettive squadre alla fase successiva, in cui c’è una sfida a tre su una singola canzone. La terza fase è quella del duello su due canzoni differenti a eliminazione diretta che porta a un vincente per ogni squadra. Nella quarta fase i cantanti di ciascuna squadra – 8 per ogni team – possono esibirsi in veri e propri concerti attraverso turni a eliminazione diretta che decretano un vincitore per ogni squadra. Nella finalissima i quattro rimasti si affrontano e si arriva così al vincitore finale. In palio c’è un contratto discografico del valore di 200mila euro con la Universal Music Italia.
Il programma funziona perché, a differenza di altri talent show musicali, nella fase di selezione premia la voce e non l’impatto spettacolare o l’eccentricità di concorrenti che magari hanno scarse abilità canore ma si fanno notare per come si presentano. Anche la fase a eliminazione diretta desta agonismo e curiosità, così come il “dietro le quinte” in cui vengono mostrati gli allenamenti in vista della gara. Il pubblico a casa è coinvolto non soltanto empaticamente ma anche attraverso l’immancabile televoto, con cui contribuisce a decretare l’eliminazione o la promozione dei concorrenti.