Bonanni: «il welfare punti alla famiglia»

«È la famiglia a sopportare il maggio peso della crisi economica». Parte da questa considerazione l’intervento del presindente di Italia Più, Raffaele Bonanni, al convegno internazionale “La famiglia: nucleo da preservare”, tenuto il 25 settembre nel Salone Papale del Vescovado di Rieti.

«Una famiglia – ha aggiunto l’ex segretario generale della Cisl – che rimane il miglior ammortizzatore sociale: non c’è persona che perde il lavoro che non trova soccorso, davvero, in quella scuola alla socialità che è la famiglia». Un luogo che aiuta in silenzio anche «quelli che oggi ricevono meno assistenza e servizi, come gli anziani o i bambini».

«In questa fase – aggiunge Bonanni – occorre aprire una discussione molto più forte che in passato: il nostro Paese ha sviluppato il welfare, i servizi, le assistenze, miranto tutto agli individui, nonostante già nel 1989 l’Unione Europea incoraggiava gli Stati membri a fornire servizi tarati per le famiglie. Noi siamo molto in arretrato su questo, e questa arretratezza diviene esasperata nelle fasi di crisi».

Ecco allora che «la famiglia è in forte sofferenza e a fatica svolge ancora un ruolo che ha sempre svolto». Un contesto in cui la figura più debole è la donna: «è costretta a lavorare e anche a sostenere sforzi quasi da sola rispetto alle manchevolezze dello stato sociale, che non regge per disorganizzazione e mancanza di risorse». La domanda è allora su come soccorrere «il punto cardine, che regge tutta questa impalcatura preziosa e fondamentale».

«Su questo siamo molto indietro – ha riconosciuto Bonanni – le politiche per conciliare le esigenze di lavoro con quelle delle famiglie» anche pagando lo scotto di una certa arretratezza tecnologica, mentre soluzioni come «il telelavoro» permetterebbero a molte persone di lavorare da casa. Un esempio di come «si possa risparmiare tempo e conciliare le questioni».

Altro punto secondo Bonanni, è lo «sviluppo dei part-time»: «noi abbiamo il 9% dei part-time» quando nel nord Europa «sono al 50%» perché rappresentano «una formidabile occasione per le aziende di avere flessibilità, e per le persone di accudire la propria famiglia e nello stesso tempo di essere agganciati con il lavoro ed avere un reddito».

«La famiglia deve ritornare centrale, dev’essere centrale, pena la disgregazione, a tutti i livelli. Deve essere al centro di tutte le politiche pubbliche, altrimenti – ha concluso Bonanni – la stessa realtà pubblica danneggia se stessa e mina le realtà che la compongono, la fortificano, la fanno esistere»