Gli auguri del vescovo Domenico a responsabili, dipendenti e collaboratori di Curia

Primo Natale da vescovo di Rieti per monsignor Domenico Pompili, che ha incontrato responsabili, dipendenti e collaboratori di Curia per lo scambio degli auguri natalizi. Nella sala del vescovado, all’antivigilia di Natale, il tradizionale appuntamento ha riunito responsabili e collaboratori degli uffici ed enti diocesani, insieme a operatori professionali interni ed esterni ai vari settori amministrativi e pastorali, per scambiare gli auguri con monsignor Pompili. Accanto a lui altri due vescovi: il predecessore sulla cattedra episcopale reatina, monsignor Delio Lucarelli, che proprio in questi giorni si è stabilito nel nuovo appartamento ricavato presso la casa Buon Pastore (l’ex complesso degli Stimmatini sulla Terminillese), e il reatino monsignor Lorenzo Chiarinelli, che conosce Pompili dai tempi in cui era seminarista.

Proprio a Chiarinelli l’onere di introdurre l’incontro, con un pensiero che il vescovo emerito di Viterbo ha voluto legare allo spirito francescano del Natale che promana dalla Valle Santa reatina, proponendo una riflessione sul saper “vedere con gli occhi spirituali” il mistero del Dio fatto uomo che in san Francesco si associa al suo “vedere con gli occhi del corpo” la natività da lui rievocata a Greccio.

Da parte sua, la sua riflessione Pompili ha voluto basarla sul brano evangelico della liturgia del giorno, relativo alla nascita e circoncisione di Giovanni Battista: un rito, quello della circoncisione e imposizione del nome, che nel popolo ebraico sta a indicare da una parte il legame con il passato, il radicarsi in una tradizione (il circoncidere la carne come simbolo di appartenenza al popolo dell’alleanza), dall’altra il proiettarsi nel futuro, attraverso la “novità” del nome Giovanni, estraneo alla tradizione familiare, che sta a significare la “rottura” attraverso la profezia (era, quella del nome “nuovo”, una tipicità dei profeti). Legame col passato e proiezione al futuro che indica il cammino di una Chiesa locale, ha detto Pompili, e il valore del ministero del vescovo chiamata a guidarla, con la saggezza della memoria e il coraggio della profezia: nella continuità con tutti i pastori che lo hanno preceduto, in particolare gli immediati predecessori, il cui impegno di semina va valorizzato e coltivato al massimo; e al tempo stesso con la novità di chi è chiamato a lavorare nell’oggi pensando a un domani sempre più fedele alla volontà di Dio.

La mattinata ha costituito anche l’occasione per presentare il primo dei nuovi incarichi definiti dal presule: suor Angela, giovane religiosa delle Clarisse Apostoliche, da pochi giorni all’opera come addetta alla segreteria vescovile.