Arte, natura e fede a Rieti, mons. Pompili: Percorsi da valorizzare con realismo

«Le arti sono uno spaccato di quello che Rieti è per vocazione. Uno spazio benedetto dalla natura e dalla storia che l’ha arricchita di innumerevoli bellezze: dal Teatro, alla Loggia del Vignola, dalla Cattedrale a San Domenico, Sant’Agostino, San Francesco. Per non parlare del quadrilatero francescano che è la vera cifra spirituale e culturale che fa tutt’uno con l’ambiente».

Lo ha detto il vescovo Domenico Pompili parlando al Consiglio Comunale di Rieti del 16 ottobre, aggiungendo che «la prima arte da affinare è lo scrigno entro cui siamo collocati perché sia accessibile e visitabile. Si pongono qui tutta una serie di questioni giuste che vanno affrontate con realismo da parte di tutti i soggetti in campo con la moderazione della politica che a questo è deputata, purché sia capace di essere arbitra “super partes” e, dunque, lontana da qualsiasi interesse di altro genere».

Un discorso che pare complementare ad un altro di pochi giorni prima, fatto nella stessa aula, con il quale mons. Pompili non solo invitava «mettersi insieme piuttosto che competere come avversari», ma aggiungeva che «l’auspicabile effetto di ricaduta economica e sociale» del turismo religioso, deve essere considerato «un effetto indiretto» di «un prodotto che sia coerente con ciò che si afferma». Altrimenti viene a mancare il motivo per cui «tanta gente può essere interessata a ripercorrere questo cammino».

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