Ricostruzione

A sei anni dal sisma, il 2022 è l’anno della vera ricostruzione

Il Commissario alla Ricostruzione Legnini ha illustrato alla stampa lo stato di avanzamento dei cantieri pubblici e privati di Amatrice

Alla vigilia della ricorrenza del sesto anno dal sisma 2016, con una visita riservata ai giornalisti, il commissario il Commissario Straordinario di Governo alla Ricostruzione Giovanni Legnini, accompagnato dal sub Commissario Fulvio Maria Soccodato, dall’assessore regionale Claudio Di Berardino, dal sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi, dal vescovo di Rieti Domenico Pompili e dall’architetto Stefano Boeri, ha illustrato lo stato di avanzamento dei lavori dei cantieri dell’ex Istituto Don Minozzi, del centro storico e dell’ospedale.

«Il senso di questo incontro – ha illustrato Legnini – è quello di far comprendere meglio lo sforzo enorme di enti pubblici e privati. Possiamo dire che dopo i primi 4 anni in cui non è accaduto nulla, ad oggi sono 485 i cantieri aperti di cui 156 conclusi. L’idea è che, dopo anni di fatica e di strada in salita, oggi siamo fiduciosi perché la costruzione della nuova nuova Amatrice è ripartita. I luoghi della distruzione ci ammoniscono, però, che occorre fare un percorso importante: raccontare agli italiani come sono stati impiegati i loro denari, stimolando la consapevolezza dello sforzo di un Paese intero».

Il vero anno della ripartenza, il 2022, segna l’alba di un nuovo giorno. Il sopralluogo si è aperto con la visita a quello che rappresenta il maggiore cantiere della ricostruzione privata, il rifacimento dell’Istututo don Minozzi, Casa Futuro. Con uno stato di lavori già avanzato, il progetto che riguarda una superficie di 17, 950 mq, si prefigge lo scopo di riproporre l’intuizione dell’architetto Arnaldo Foschini declinandola in quattro distinte corti: la corte delle Arti e dei Mestieri, la corte del Silenzio, la corte dell’Accoglienza e la corte Civica.

«Noi vogliamo che la vita del Don Minozzi torni ad essere pulsante», ha dichiarato l’architetto Boeri. «Stiamo ricostruendo una parte importante di Amatrice che, per sola estensione, equivale al centro storico. L’innovazione di questo cantiere – ha continuato – non è solo l’attenzione alla parte strutturale per garantire maggior sicurezza, ma anche l’uso delle macerie. I resti della vecchia struttura, infatti, saranno utilizzati sia per le superfici carrabili che per i pannelli delle facciate, secondo il principio di economia circolare. Si avvia, così, una rigenerazione che parte da sé stessa».

Don Savino D’Amelio, Superiore Generale della Famiglia dei Discepoli di Don Minozzi, ha sottolineato il dialogo che il progetto ha mantenuto con l’idea del Foschini. «Le zone verdi, sono state ideate per riprendere l’antico come anello di congiunzione importante: chiunque abbia conosciuto il vecchio può ritrovarsi nel nuovo». Un nuovo che si apre ai giovani con la collaborazione dell’Università di Teramo e che è attento alla filiera agro-alimentare, grazie al supporto di Slow Food, ma che guarda anche all’accoglienza degli anziani che qui «hanno bisogno di vivere, non di morire».

La seconda area visitata è stata quella del centro di Amatrice. Sebbene sia ancora difficile delineare i confini di quelle che in passato erano le abitazioni, il Commissario ha stimato che, nell’arco dei prossimi 5 anni, i risultati della ricostruzione possano essere tangibili. La vera innovazione del progetto del centro storico sarà senz’altro quella dello Smart Tunnel.

«Il Tunnel sarà la spina dorsale della città, alla quale si collegheranno tutto l’abitato. Accoglierà tutti i sottoservizi, consentendo un facile accesso agli operatori. La raccolta delle acque piovane e il gas viaggeranno autonomamente. Questa è un’opera aggiuntiva che potrà garantire sviluppo nel tempo senza dover tornare a danneggiare la città», ha spiegato il Sub Commissario Soccodato.

Infine, la presentazione del cantiere dell’ospedale di Amatrice, un progetto che, nel complesso, supera i 21 milioni di euro, sei dei quali provengono dal governo tedesco. «L’ospedale ospiterà 40 posti letto di cui 10 adibiti alla riabilitazione, secondo un’esplicita esigenza della popolazione. La struttura – ha concluso l’assessore Di Berardino – sarà conclusa in un paio d’anni e rappresenterà l’ospedale più avanzato dell’appenino centrale dal punto di vista tecnologico grazie all’uso della telemedicina».