Mattatoio, la minoranza: troppo semplice, Assessore!

I consiglieri comunali Andrea Sebastiani della Lista Civica Rieti che Sviluppa, David Festuccia della Lista Civica Città Nuove, Antonio Perelli e Giuseppe Diana del PDL intervengono sullo strappo Pariboni-Petrangeli attorno alla vicenda del Mattatoio:

È falsa e intellettualmente disonesta, rispetto alle vere ragioni che hanno portato alla decisione di esternalizzare l’intera gestione del mattatoio, l’affermazione del Sindaco fatta a mezzo stampa, secondo la quale sarebbe stato costretto a questa “sofferta” scelta perché, a suo dire, “rappresenterebbe l’ennesimo buco nero ereditato dalle precedenti amministrazioni”. I bilanci del mattatoio, che a nostro parere, invece, rappresenta per la città una risorsa economicamente e socialmente rilevante, se fosse sfruttato al meglio delle sue potenzialità e non un costo o uno sperpero di denaro pubblico, come da Petrangeli sostenuto, non hanno mai prodotto negli anni una perdita economica così rilevante come è invece accaduto nel 2013, quando alla fine dell’anno la gestione risultava in perdita di oltre 720 mila euro.

Se non ricordiamo male, il 2013 è stato un anno interamente ad appannaggio dell’attuale Giunta o qualcosa ci sfugge, caro Sindaco!! Il mattatoio sotto le precedenti Giunte ha prodotto perdite che mediamente non hanno mai sforato i 300 mila euro, e l’attuale Sindaco lo dovrebbe sapere, visto il suo decennale passato, palesemente assai poco produttivo, di consigliere comunale di opposizione.

Altrimenti non si spiegherebbe come mai la cooperativa affidataria avrebbe chiesto con così tanta insistenza e prepotenza l’affidamento dell’appalto. È palese che ritiene di realizzarvi un profitto. Quello stesso profitto che, con una gestione attenta e virtuosa, sarebbe potuto essere dirottato nelle magre casse comunali. Garantendo, allo stesso tempo, il rispetto di quelle famose clausole sociali per immaginare un futuro occupazionale al maggior numero possibile di ex borse lavoro, con l’affidamento alle cooperative da questi formate, dei cosiddetti servizi “complementari”.

Allora è evidente e chiaro a tutti che il pesantissimo buco di bilancio è da addebitare esclusivamente ad una gestione fallimentare di questa Giunta, che ancora si ostina a non accorgersi delle difficoltà economiche che incontrano le ditte clienti della struttura reatina nel sostenere l’aumento dei costi unitari di macellazione, decisi da questa maggioranza.

L’Assessore Pariboni qualche settimana fa, d’accordo con questa impostazione, aveva offerto rassicurazioni in tal senso ai consiglieri presenti in commissione bilancio impegnandosi ad una ri-valutazione complessiva della filiera, conformemente a quello che ha sempre sostenuto e scritto il suo collega al bilancio Marcello Degni.

Oggi scopriamo a mezzo stampa la decisione di non occuparsi più del problema mattatoio. Troppo semplice, Assessore! Il coraggio delle proprie idee e la determinazione delle proprie azioni dovrebbero obbligare alle dimissioni la D.ssa Pariboni per manifesta incapacità di far valere le proprie ragioni e di imporsi nei confronti della giunta e del Sindaco.

Coinvolgendo in questa battaglia tutti e sette i consiglieri di maggioranza del suo partito, il PD, per presentare un documento di sfiducia contro il Sindaco. Diversamente la città penserà che l’unica vera preoccupazione, per la Vice, è quella di voler mantenere calda la poltrona assessorile e, per i consiglieri di maggioranza, quella consiliare.

Anche se obiettivamente non dovrebbe poi servire più di tanto al Sindaco Petrangeli l’accompagnamento verso l’uscita. Lo dovrebbe fare per vergogna. Lui che ha sempre sbandierato la legalità e la moralità, gridate ai quattro venti persino dal Presidente Marroni, si dovrebbe domandare se queste qualità oggi le ritrova nel nuovo affidamento da lui voluto.

Lui che sta disattendendo tutte le promesse elettorali fatte. Che, per cultura, è sempre stato il paladino della gestione pubblica dei servizi e che ora sta, invece, esternalizzando di tutto e di più secondo la migliore tradizione liberista.