Strana città la nostra

A Rieti, siamo abituati a figure pubbliche che dicono la loro su tutto. Viva curiosità, allora, suscita il silenzio con cui è stato accolto il premio Gerbera d’Oro 2012, ricevuto dal reparto di Radio Terapia Oncologica dell’Ospedale provinciale.

Se fosse stata una vittoria sportiva, sarebbero tutti corsi ad esaltare la squadra e i dirigenti. Si sarebbe detto che in quella vittoria ci sono tutti i pregi vitali della città. Se ne sarebbe fatto un esempio e un vanto.

Invece nulla. Non un complimento, un commento, una nota. Niente lodi o attestati di partecipazione. Neanche un accenno di stima. Solo silenzio.

La cosa è singolare. Il premio dà visibilità a una struttura per tanti versi in difficoltà. Dalle pagine dei giornali, tutte le istituzioni si dicono pronte a difenderla a spada tratta. C’era da aspettarsi che almeno i più agguerriti prendessero al volo l’importante riconoscimento. La Gerbera d’Oro è la bandiera del valore e dell’importanza sociale e culturale del San Camillo De’ Lellis.

È evidente: ricevere un premio per la qualità dei propri servizi direttamente dalle mani del Ministro della Sanità e della Presidente della Regione Lazio, offre un ulteriore strumento di difesa per la sanità reatina. Chi dice di voler fare l’interesse dei malati, ha così ottenuto un nuovo argomento a costo zero.

E allora? Perché tutto tace? È solo distrazione? Possibile che tutta la classe dirigente nostrana non si sia accorta di nulla?

La sanità locale viene premiata dalla Fondazione Ghirotti e dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome e neppure i più presenzialisti, quelli che ricorrono pure all’SMS per dire la propria su tutto, spendono una parola.

Strana città Rieti.

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