“E venne il Buon Pastore”, sabato l’ultimo appuntamento

Appuntamento sabato 21 settembre, ore 18, Auditorium Varrone, per tutti coloro che vorranno rivivere momenti spiritualmente validi e toccanti con l’ultima manifestazione culturale in programma delle tre (le precedenti si sono svolte a Leonessa e la seconda a Borgo San Pietro) per la presentazione, nella città capoluogo, del volume “E venne il Buon Pastore” di Luciano Martini, che racconta, in una eccellente sintesi, il tempo ormai lontano dell’episcopato reatino di SE. Mons. Giuseppe Molinari, Arcivescovo e Metropolita emerito dell’Aquila. A presentare il libro sarà un altro personaggio molto amato della Chiesa reatina, caro a tanti fedeli, ed anche a chi non ha il dono della fede ed è situato sul versante laico e ne ha apprezzato il ministero apostolico, come S. E. Mons. Lorenzo Chiarinelli, vescovo emerito della vicina Viterbo.

Mons. Molinari sarà presente all’evento per salutare tanti dei suoi amici e dei suoi estimatori e per raccontare in diretta, illustrandoli e penetrandoli, gli episodi del libro, che attraverso la collezione di Frontiera, il quindicinale allora della Diocesi, ricostruiscono i momenti salienti e a volte difficili di un episcopato che ha affrontato la non sempre facile applicazione del Concilio Vaticano II, che ha raccolto i fedeli in manifestazioni e liturgie di pace, quando scoppiò la prima Guerra del Golfo, che fu a fianco dei lavoratori di Texas e che promosse raduni e convegni giovanili rimasti nel ricordo di tanti che, ora, sono uomini ed hanno famiglia ed educano i figli nello spirito del Vangelo grazie a quelle forti esperienze di fede vissute al tempo di Molinari.

La speranza degli organizzatori dell’incontro è che si riesca ad essere in tanti, sabato pomeriggio, confortati anche dal ricordo dell’opera evangelizzatrice dei santi predecessori di mons. Molinari e dal lavoro, continuato ed approfondito, del suo successore, S. E. Mons. Delio Lucarelli, che nell’oramai lontano 1997 ne raccolse la preziosa eredità.

Al Varrone ci saranno anche tante autorità che troveranno l’occasione per salutare don Giuseppe, come l’Arcivescovo ama farsi chiamare, in un ambiente privo di formalità ed intonato all’amicizia e all’affetto fraterno.