Sindaco, ma quali miserabili! Guardiamo ai fatti

Andrea Sebastiani

Sono dei miserabili! Con l’elegante epiteto, frutto senza ombra di dubbio di un’erudizione tutt’altro che superficiale, il Sindaco Petrangeli etichetta l’opposizione di Palazzo di Città, rea, udite bene, di fare opposizione in maniera seria e su dati di fatto!

Per il Primo Cittadino, il quale oramai assomiglia sempre più agli indovini che nell’Inferno dantesco camminavano in avanti con il capo rivolto all’indietro, esistono due gruppi: quelli che sono illuminati dalla luce del faro della legalità, e coloro che invece si oppongono alla sua opera di cambiamento, gli appartenenti “ai settori più compromessi di questa città”: i miserabili, appunto.

Se tali affermazioni e teorie del complotto fossero pronunciate da qualsiasi altro cittadino si potrebbero tranquillamente liquidare per quelle che sono, e cioè sciocchezze!

Purtroppo però, provengono dal Sindaco ed allora c’è poco da stare allegri.

Viene allora da porre alcune domande al “Giustiniano” di Palazzo di Città intento nella sua opera di riforma: vede legalità nell’affidare più di 300.000 euro ad una cooperativa senza bandire neanche una gara oppure nell’attribuire incarichi legali ad una candidata nella propria lista?

Reputa normale convocare 11 candidati ad un concorso e stipulare con loro un contratto prima che la procedura selettiva sia terminata e che 7 di questi vengano poi giudicati idonei durante la procedura selettiva dal Presidente della Commissione che è la stessa persona che ha conferito gli incarichi un mese prima?

Quanta legalità si trova nel fatto che i verbali di un concorso a cui hanno risposto circa 800 candidati non esistano o che i criteri dello stesso siano stati formulati dopo aver letto i nomi dei partecipanti?

È giusto che alcuni lavoratori precari, però politicamente vicini a questa amministrazione, da giugno dello scorso anno, attraverso alchimie amministrative, non siano mai usciti dal Comune a differenza degli altri lavoratori che sono stati oggetto di una vera e propria caccia all’uomo?

Reputa legale non far rispettare un capitolato d’oneri ad una ditta e lasciare che tre operatrici perdano il lavoro e poi, come se non bastasse, mentire, sapendo di farlo, per addossare loro la colpa e così lavarsi la coscienza?

Ritiene amministrativamente onesto qualificare un servizio che costa al Comune 300.000 euro come non a rilevanza economica per sottrarlo alle più rigide regole dell’evidenza pubblica?

Perché al Nespolo si permette il licenziamento di 4 operatori mentre contemporaneamente all’Informagiovani si obbliga ad assumere 4 persone all’associazione che si è aggiudicata il bando? Esistono per Lei sindaco, lavoratori di serie A e di serie B?

E la trasparenza? Determine non pubblicate oppure rese accessibili dopo mesi (quali quelle delle borse lavoro o dei contratti co.co.co) non sono certamente la miglior prova a sostegno delle sue affermazioni.

Ecco questi sono tutti interrogativi che nascono osservando le prassi di questa amministrazione e non sono certamente chiacchiere prive di fondamento.

Avrei gradito che l’Avv. Simone Petrangeli fosse entrato nel merito delle questioni da me poste, e non eludendo l’invito con infantili affermazioni.

Per questo invito il Sindaco ad evitare di pronunciare volgari attacchi che squalificano solo la sua persona e l’istituzione che rappresenta, ad osservare con attenzione lo stato delle cose per valutare le reali capacità di certi suoi interpreti e soprattutto, a tenere sempre a mente un vecchio proverbio che ci ricorda che spesso è meglio rimanere in silenzio ed apparire sciocchi, piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio.

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