Alla fine, al netto di schermaglie e discussioni, è arrivata dal voto in Aula la conferma del fatto che i ripetuti appelli all’unità del capo dello Stato Sergio Mattarella abbiano davvero attecchito, almeno per stavolta, fra i leader delle forze politiche. Ieri infatti la risoluzione di maggioranza messa a punto dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e contenente l’ennesimo scostamento di bilancio (per 8 miliardi di euro, destinati a finanziare aiuti e ristori alle categorie colpite dalle chiusure degli ultimi Dpcm) è stata approvata da entrambi i rami del Parlamento con voto pressoché unanime: al Senato con 278 sì, 4 astenuti e 4 contrari (dunque ben oltre la maggioranza, fissata a quota 161); e alla Camera con 552 voti a favore, nessun contrario e 6 astenuti.
Apprezzamento per l’atteggiamento del centrodestra, viene espresso dal premier Giuseppe Conte, che parla di «un segnale bello». Oggi, aggiunge, «non ha rischiato Conte, perché le forze di maggioranza sono ben coese e salde», ma«non ha rischiato neanche il cavaliere Berlusconi perché ha sempre mostrato spirito costruttivo». Insomma, per dirla col premier, «tra le forze di opposizione prevale la via del dialogo». E ora che il frangente è superato, Conte auspica che il «clima di confronto e di dialogo possa accompagnare anche i prossimi, delicati passaggi» da affrontare per uscire «da questo periodo di emergenza».
Ma a chi prefigura ipotesi di governissimo nel prosieguo di legislatura, risponde il segretario del Pd Nicola Zingaretti, provando a sedare le fibrillazioni degli alleati 5s: «Chiacchiere. Non bisogna confondere la convergenza in un momento di bisogno, col retropensiero che si voglia far altro».
Pure il titolare dell’Economia Gualtieri ritiene positiva «la convergenza più ampia» e spiega come «lo scostamento ci consentirà di intervenire sulle prossime scadenze fiscali attraverso una loro sospensione più larga di quella fatta finora sui settori dei codici Ateco». E per M5s, il titolare degli Esteri Luigi Di Maio plaude al «segnale di unità e lealtà istituzionale nei confronti del Paese», come auspicato «dal governo e dal presidente Mattarella».
Dal canto suo, il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi incassa i complimenti dei dem (compreso un sonoro «chapeau» del ministro della Cultura Dario Franceschini) per aver portato gli altri due leader del centrodestra sulle proprie posizioni: «L’intero Parlamento ha scritto una pagina finalmente positiva – scrive in una nota il Cavaliere –. Di fronte all’emergenza Covid, maggioranza e opposizione insieme, hanno dato delle risposte concrete alle drammatiche difficolta di tanti italiani».
Berlusconi rivendica il fatto che le proposte forziste siano state «recepite dal governo e votate praticamente all’unanimità dalle Camere» e non manca di rivolgere «i più sentiti ringraziamenti» a Lega e Fdi, «in particolare a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni, per il loro fattivo ed essenziale contributo al comportamento unitario del centrodestra».
Prima del voto, entrambi i leader si erano detti «pronti a votare sì sulla base di un documento informale del Governo che accoglieva le nostre proposte», in attesa di un testo definitivo. E ora? lo schema collaborativo potrebbe essere replicato? Per il leghista Salvini, «questo può essere un inizio, io sono pronto a un tavolo sulla scuola con Conte e Azzolina. E c’è il tema della riforma fiscale, su cui abbiamo presentato una risoluzione come centrodestra». E intervistato dal Tg5, il premier tende la mano: «Auspico che questo dialogo ci sia, nel rispetto dei ruoli» perché il «contributo critico dell’opposizione fa bene al Paese».
da avvenire.it