Sebastiani e Festuccia: le strane idee “di sinistra” del Sindaco

«È singolare l’interpretazione che personaggi quali il Sindaco Petrangeli e l’assessore cigiellino Giuli, da sempre qualificabili più sinistroidi che di sinistra, hanno delle definizioni “sociale”, “assistenza”, “emancipazione”».

Con questa considerazione si apre una nota firmata dai consiglieri comunali Andrea Sebastiani della Lista Civica Rieti che Sviluppa e David Festuccia della Lista Civica Città Nuove che riportiamo di seguito:

«Un altro esempio di questa singolare interpretazione ci giunge dalle sorti del servizio “Aiutateci ad Abitare”, che venne istituito nel 2007, con l’entusiasta collaborazione del Comandante della Polizia Municipale, Enrico Aragona, presso l’Ater di Rieti, a fronte di un protocollo d’intesa stipulato dall’allora Presidente dell’Azienda, Valentino Antonetti, nominato dalla maggioranza di sinistra alla Regione Lazio, ed il Sindaco di Rieti, Giuseppe Emili, notoriamente uomo della destra storica reatina.

Fu, quell’accordo, una dimostrazione di quanto sia possibile superare le contrapposizioni e gli schieramenti se per la propria azione amministrativa si assume come orientamento la nobile finalità del bene comune.

Protocollo che, visti i risultati, venne prorogato alla scadenza per ulteriori tre anni e che è è stato operativo fino al 31 dicembre 2013.

Quali furono questi risultati che oltretutto sono sotto gli occhi di tutti: inquilini Ater, cittadini, amministratori?

Il servizio “Aiutateci ad Abitare” venne istituito al fine della “promozione, l’elaborazione e la gestione di un progetto per il controllo anagrafico e la verifica della legittima occupazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica della Provincia di Rieti, per il controllo dell’effettivo godimento da parte degli assegnatari degli immobili di proprietà dell’Ater e per il controllo della sussistenza e permanenza, in capo agli assegnatari, dei requisiti per il mantenimento del diritto di assegnazione”.

Nacque, quindi, sostanzialmente da una duplice esigenza: di disporre di uno strumento, da parte dell’Ater, che la vedesse direttamente coinvolta nell’azione di verifica dell’effettiva occupazione degli alloggi di proprietà della stessa da parte degli assegnatari, considerato che gli strumenti “canonici” sembravano non produrre risultati soddisfacenti, anche e soprattutto per la farraginosità della procedura di accertamento e per la penuria di strumenti a disposizione dei soggetti accertanti; di munirsi, da parte dell’Amministrazione comunale, di un dispositivo che permettesse al settore competente, il Comando della Polizia Municipale, di rispondere prontamente alle numerose esigenze di accertamenti in tempo reale, con il minor dispendio possibile di risorse umane e la disponibilità di tutti gli strumenti e le fonti di informazione necessarie a meglio ottemperare allo scopo.

A scadenza del protocollo, 31 dicembre 2010, il responsabile del servizio presso l’Ater ed il Comandante Aragona furono chiamati a relazionare sui risultati dell’attività.

Detti risultati suscitarono talmente tanto entusiasmo che la nuova maggioranza dell’Ater, di centro destra, guidata da Mauro Lattanzi insieme al Comune, decisero di prorogare di altri tre anni la vita del servizio, con l’impegno che questo sarebbe diventato praticamente uno strumento “strutturale” delle due amministrazioni, visto il positivo rapporto costi/benefici.

L’attività di detto servizio prevedeva il distaccamento di un agente di P.M. presso la sede dell’Ater di Rieti, agente che fu munito dal Comando di un auto di servizio, dall’Ater di una postazione e degli strumenti informatici necessari allo svolgimento delle mansioni richieste, e dall’amministrazione comunale del collegamento telematico al database dell’anagrafe e dell’agenzia del territorio.

Inoltre l’agente distaccato presso l’Ater fu incaricato dal Comando di adempiere a tutti gli accertamenti propedeutici alla variazione ed al rilascio della residenza anagrafica richiesta dagli utenti.

Questo permise di mettere in campo un’azione “preventiva”, sostanzialmente dissuasiva, nei confronti di coloro che, spesso per semplice ignoranza della normativa vigente, stabilivano la loro residenza presso alloggi di proprietà Ater al di fuori delle prescrizioni della Legge regionale n. 12 del 1999 e del Regolamento attuativo della stessa, n. 2 del 2000, e quindi di ridurre significativamente il contenzioso in merito al problema.

Nell’arco dei primi tre anni sono stati oltre 70 gli alloggi recuperati e resi disponibili dall’Ater al Comune di Rieti per nuove assegnazioni, permettendo così all’amministrazione comunale di meglio rispondere alla pressante situazione di emergenza abitativa, che gravava e grava sul nostro territorio (nella vigente graduatoria sono 500 gli aspiranti assegnatari che per una cittadina come la nostra è un numero altissimo) ed all’Ater di risparmiare (se si considera che edificare ex novo un alloggio di E.R.P. costa mediamente 120 mila euro) oltre 8 milioni di euro in tre anni.

Se si tiene conto inoltre che recuperare effettivamente 70 alloggi significò avviare oltre 200 procedure di accertamento; che ogni accertamento portò alla produzione di un rapporto dopo almeno 7-10 accessi; che precedentemente la procedura prevedeva che l’Ater segnalasse con lettera scritta al Comando il caso da accertare; il Comando doveva incaricare una pattuglia di effettuare tutti gli accessi necessari, nei diversi orari della giornata; che, prodotto il rapporto, la pattuglia lo inoltrava al Comando, che a sua volta ne comunicava, con lettera scritta, gli esiti all’Ater; ci si può rendere conto di quanto tempo e risorse l’istituzione del servizio “Aiutateci ad Abitare” abbia fatto risparmiare al Comune ed all’Ater, garantendo oltretutto migliori risultati ed in tempi ridottissimi, grazie anche alla razionalizzazione ed all’ottimizzazione dei percorsi procedurali.

Il 31 dicembre 2013 scade il più volte citato protocollo d’intesa e cosa decide di fare la Giunta Petrangeli, oltre al fatto di non produrre un bando generale per l’assegnazione di alloggi popolari da più di un anno e mezzo? Decide di riportare la situazione indietro di anni e smantellare il tutto, indifferente a valutazioni e risultati, continuando ad ispirare la propria azione amministrativa semplicemente su ripicche e vendette, dunque non un’azione “per”, ma un’azione “contro”, ignara o, peggio ancora, indifferente delle conseguenze per i cittadini, ed in particolare di quelli più disagiati.

Questo è, cari signori, il “sociale secondo Petrangeli ed il suo assessore di riferimento Giuli”».