Rieti

Rieti ha scelto la strada del dialogo, arma vincente della coesione

Rieti è la provincia italiana con il più ampio miglioramento, rispetto all'anno scorso, nella classifica della "Generatività in atto" pubblicata da Avvenire, nell'ambito del Terzo rapporto sul BenVivere dei Territori

Se la chiamano “il centro d’Italia”, come orgogliosamente rivendica anche il sito internet del Municipio di Rieti, da ora in poi non sarà solo per un motivo puramente geografico: quella laziale è infatti la provincia italiana con il più ampio miglioramento, rispetto all’anno scorso, nella classifica della “Generatività in atto” pubblicata ieri da Avvenire, nell’ambito del Terzo rapporto sul BenVivere dei Territori.

«A Rieti si vive bene, è una città non grande con i suoi 47mila abitanti e a misura d’uomo, al centro di una provincia stupenda dal punto di vista ambientale e storico», è il primo commento del sindaco Antonio Cicchetti, che poi evidenzia come questo non sia frutto del caso, ma anche «di relazioni istituzionali buone: siamo stati tra i primi a costruire un cimitero multiconfessionale all’interno di quello cattolico, abbiamo dato un terreno agli ortodossi per la loro chiesa, un riparo per l’inverno dei senza tetto, una casa per quel coniuge che la perde dopo la separazione: queste sono le basi per una convivenza sociale buona, che poi si riflette sulla qualità della vita. Certo, non siamo un’isola completamente felice, con qualche episodio di criminalità legato allo spaccio, ma tutto sommato si vive davvero bene e faremo di tutto non solo per confermare, ma anche per migliorare la classifica di Avvenire».

Attestato di buon vivere che arriva anche dalla Chiesa locale: «Si, Rieti ha raggiunto un buon livello nella qualità della vita, soprattutto in rapporto all’ambiente – commenta il vescovo Domenico Pompili, mentre attraversa le valli della sua diocesi, diretto ad Ascoli Piceno di cui è amministratore apostolico da 11 mesi -. Un bei risultato di cui un po’ ci eravamo già accorti durante la pandemia, che di positivo ha avuto il fatto di far ritornare in Sabina migliaia di persone, soprattutto giovani. Alcuni territori si sono cosi ripopolati e sono ricominciate le sane relazioni e una vita serena per tante famiglie e bambini, in un ambiente a misura d’uomo», aggiunge il presule a cui il tema sta particolarmente a cuore, tanto che tré anni fa ha lanciato le Comunità Laudato sì, insieme a Slow Food, ora a decine in tutta Italia.

«Ovvio che si potrebbe fare di più – chiosa Pompili – soprattutto a livello di infrastrutture: siamo la provincia più vicina a Roma, ma più lontana per strade e ferrovie». Aspetti evidenziati anche da Alberto Cavallari, presidente di Federlazio, la federazione delle piccole e medie imprese: «Rieti è una città dove la qualità della vita è obiettivamente buona, con un inquinamento atmosferico molto basso e traffico praticamente sconosciuto. Discorso a parte merita l’aspetto legato all’economia: abbiamo un nucleo industriale con aziende di buon livello, comprese alcune eccellenze internazionali. L’orgoglio imprenditoriale del territorio si scontra però con problemi spesso banali ma dai risvolti disastrosi per una azienda, come ad esempio una connessione internet problematica o l’impossibilità di effettuare una normale telefonata di lavoro nel viaggio che porta a Roma».

Igor Traboni per Avvenire