Le invasioni Creative continuano ad animare la città di Rieti con un ricco programma che mercoledì 23 luglio dà appuntamento per le vie del centro storico (dalle ore 18 alle ore 19) con una serie di attraversamenti, avvistamenti, apparizioni di Zombi in alcuni spazi cittadini: Walking Zombi, una sezione di azioni urbane performative create sul territorio da Daniele Timpano ed Elvira Frosini.
L’arte continua a diffondersi in ogni angolo della città, trasformandola in un unico enorme palcoscenico con Tamara Bartolini e Michele Baronio che propongono la performance/installazione TU_TWO due alla fine del mondo (ore 19 – 21 in Piazza Mazzini). Un buco da cui guardare i Due sospesi alla fine o all’inizio di un viaggio della mente, risucchiati dal mondo e chiusi dentro un paesaggio sonoro che pesa come un’eredità. I Due in un duo, pronti per il gioco del teatro, per condividere cataste di desideri e tenere vivo il fuoco del nostro stare al mondo. Ancora un’installazione con Clinica Mammut che presenta Del sordo rumore delle dita (ore 19 presso Palazzo Vecchiarelli), che muove intorno alle zone liminali di esistenze al margine, mantenendo Pasolini sullo sfondo come sostegno poetico.
Emanuele D’Agapiti propone Pier Paolo Pasolini. Segni particolari nessuno. Profezia è Predire il Presente (ore 19.30 presso Palazzo Vecchiarelli), uno spettacolo su musiche di Matteo Colasanti che, attraverso il ritmo, il suono, il movimento, denuncia ogni forma di omologazione al potere che rende vittima dell’incapacità di essere compresi, come Pasolini stesso affermava.
Musica con Pop chords dell’ensemble vocale MusaQuartet per una serata di pop italiano e internazionale con brani di Lucio Battisti, Franco Battiato, Claudio Baglioni, ma anche Beatles, Manhattan Transfert, Leonard Cohen, Simon and Garfunkel (ore 21 presso il Chiostro S. Agostino).
Si ritorna a teatro con Come il nero negli scacchi di e con Paolo Fosso (ore 21.30 nel Chiostro S. Agostino), un monologo presentato in lettura per condividere col pubblico il viaggio interiore di Carlo alle prese con la sua personale crisi. Protagonista dell’escalation di un disturbo che progressivamente divora spazi di vita, provocando la lacerazione fra realtà e percezione di essa nella vita quotidiana. Il mondo interiore prende il sopravvento su quello reale fino alle conseguenze più estreme: come il nero negli scacchi “o perde o pareggia”.
Ed infine, il secondo dei tre testi del focus sulla drammaturgia di Jon Fosse è affidato alla regia di Alessandro Greco che porta in scena Io sono il vento (ore 22.30 presso la Biblioteca Paroniana del Chiostro di S. Lucia), con Giulio Maria Corso e Eugenio Papalia. Due uomini su una barca. Due personaggi che ci accompagneranno attraverso lo scavo emotivo architettato da Fosse, come se loro stessi non conoscessero la loro condizione. Al pubblico è affidato il compito di decidere i rapporti che li legano, le loro scelte, le loro intenzioni. Il dialogo interiore sulla vita e sulla morte, ma anche sulla libertà, la memoria e il controllo, parla alle identità di tutti, perché la ricerca di senso è la molla esistenziale che conferisce sostanza ai nostri pensieri e alle nostre vite. Lo spettacolo è una produzione Morel film in collaborazione con RIC Festival 2014.