Siamo i residenti di Via delle Molina, la via che segna il confine di quella parte del centro storico posta a ridosso del Tribunale e della Scuola Media Basilio Sisti. In data 2 Novembre 2013 è apparso sulla pagina locale de «Il Messaggero» un articolo anonimo dedicato alla nuova segnaletica, orizzontale e verticale, della via in questione, in particolare sullo slargo in cui affaccia la chiesa trecentesca di San Pietro Martire, articolo profondamente critico sull’intervento effettuato dall’Amministrazione della nostra città.
È stato invero un unico monologo recitato dagli esercenti di alcune attività lì poste (mal poste). Fin qui nulla di male, è giusto garantire il diritto di critica, meno giusto è arrogarsi il diritto di parlare sia a nome dei commercianti/artigiani, sia a nome dei residenti. Possiamo garantire, senza timore di essere smentiti, che la nuova configurazione dell’area rappresenta per i residenti di quella particolare zona un ottimo intervento, in cui finalmente si è avuto il coraggio di dare il giusto spazio sia alla sicurezza che al decoro urbano.
Come sempre, qualsiasi intervento è perfettibile/migliorabile (laddove l’Amministrazione lo ritenga necessario), soprattutto per ciò che riguarda il tema di cui si sta parlando. È certamente doveroso coniugare le ragioni di tutte le parti in gioco, tenendo però a mente che in un momento storico quale quello che stiamo vivendo, ricco di delusioni e false promesse, è necessario ripartire dalle ragioni del territorio (la città in questo caso) perché quelle ragioni sono le ragioni dei nostri bambini che chiedono spazio e posti sicuri in cui potersi muovere, sono le nostre ragioni che ci chiedono di riscoprire la bellezza dei luoghi che abbiamo ereditato, un patrimonio cui tutti hanno diritto, senza ansia o stress di doversi guardare intorno per evitare la solita macchina, il solito smog.
Criticare, come è stato fatto, i percorsi pedonali perché eccessivi (o addirittura ipotizzare meschinamente privilegi per i residenti) non ci fa fare quel passo in più di cui abbiamo tutti disperatamente bisogno, di cui questa città ha disperatamente bisogno.
Il futuro si costruisce con il coraggio del presente, cambiando punto di vista, meno macchine e smog e più spazio per riscoprire e valorizzare la bellezza del passato (e del presente), a testa alta.
La nostra non è una città avara, se crediamo in essa siamo sicuri che ci ricompenserà, la sua è quel tipo di bellezza capace di creare ricchezza, capace di attrarre con la sua natura e la sua storia, perché non dovremmo concederle questa possibilità?